Autore: Dott. Celestino Bertellini

I possibili sintomi

Spesso le Cisti ovariche non danno alcun segnale della loro comparsa. In questi casi il loro riscontro è occasionale e avviene nel corso di visite, ecografie di controllo o accertamenti eseguiti per altri motivi. In altri casi, la Paziente può accusare sintomi disparati, che possiamo classificare nel seguente elenco:

  • un senso di peso addominale, soprattutto nella parte bassa;
  • dolori pelvici in fase mestruale (Dismenorrea), nel caso di Cisti endometriosiche che hanno come contenuto tessuto mestruale;
  • dolore pelvico cronico, che persiste anche al di fuori delle mestruazioni e si può irradiare alle cosce e alla schiena; 
  • dolore durante i rapporti sessuali, soprattutto nel caso delle Cisti endometriosiche aderenti alle strutture della parte bassa dell’addome; dolore pelvico acuto, soprattutto se la Cisti tende a torcersi sul proprio asse o se si rompe improvvisamente;
  • nausea o vomito;
  • aumento di volume dell’addome, anche in assenza di altri sintomi; irregolarità nel ciclo mestruale;
  • disturbi intestinali e/o minzionali, che possono manifestarsi in Stipsi o dolore alla defecazione, oppure nella necessità di urinare frequentemente o, più raramente, nella difficoltà di svuotare completamente la vescica.

La diagnosi

Attraverso la visita ginecologica si può rilevare una tumescenza riconducibile a una Cisti ovarica.
Allo stato attuale, per averne la conferma vengono eseguiti altri esami più approfonditi. Il principale strumento che ci permette di determinare una diagnosi precisa è senza dubbio l’Ecografia. Il Ginecologo ha il vantaggio di utilizzare la sonda ecografica trans-vaginale, che è in grado di avvicinarsi il più possibile alla Cisti, definendone meglio dimensioni e caratteristiche. Anche l’Ecografia trans-addominale è molto importante, soprattutto per le formazioni cistiche di volume considerevole e per quelle molto mobili, che tendono a dislocarsi nella parte alta della pelvi.
Altri esami che possono essere indicati sono la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare). Si tratta di due esami radiologici utili soprattutto quando vi sia il sospetto di una degenerazione maligna della Cisti, oppure nel caso in cui il quadro non sia stato completamente chiarito dagli altri accertamenti.
Esistono poi i cosiddetti “markers sierici” (Ca 125, CEA, Ca 19-9), ossia degli indicatori che si trovano nel sangue, che ci permettono di avere ulteriori indizi ma non sono specifici, e soprattutto non devono essere presi in considerazione da soli per evitare errori di valutazione.
Ad esempio, il Ca 125 aumenta in certi casi di Tumori maligni ovarici oppure in caso di Endometriosi, ma può aumentare anche in caso di infiammazione della pelvi e dell’addome, in gravidanza, per Fibromi uterini, per patologie del fegato o persino in caso di ovulazione.
Si può dunque concludere che per avere una diagnosi il più possibile precisa sulla natura della Cisti occorre spesso eseguire più di un esame.