Autore: Dott. Giuseppe CorradoDott. Roberto FrabboniDott. Massimo RonchiDott. Vittorio SantiDott. Vincenzo BoscoDott. Hanna Sarras

La Litotrissia è una metodica non invasiva che ne consente la frantumazione

La Calcolosi renale è una malattia estremamente diffusa; recenti studi hanno evidenziato come si tratti di un’affezione in progressivo aumento nei Paesi industrializzati e come negli Stati Uniti il 13% degli uomini ed il 7% delle donne formeranno un calcolo nel corso della propria vita. Le cause che determinano la formazione di un calcolo sono dovute a vari fattori e differiscono a seconda della sua composizione.
Esistono forme ereditarie ed altre molto più frequenti ma che hanno cause difficili da inquadrare. Vi sono poi fattori di rischio che favoriscono la concentrazione e la precipitazione dei sali che portano alla formazione dei calcoli come la ridotta assunzione di liquidi, la familiarità, la vita sedentaria ed una dieta ipercalorica. Percentualmente la Calcolosi calcica è la più frequente (70%), seguita da quella di acido urico (10%) dalla Calcolosi infetta (10%), mentre più rare sono le forme miste o di origine cistinica.

Diagnosi

La colica renale è il sintomo con il quale più spesso si manifesta la presenza di un calcolo ed è dovuto all’ostruzione della via urinaria causata dalla migrazione del calcolo nella giunzione pielo-ureterale o nell’uretere con conseguente dilatazione della via escretrice a monte e distensione della capsula renale.
È un dolore violento, improvviso, che comincia sul fianco e si irradia verso l’inguine e può accompagnarsi a disturbi della minzione, compresa l’ematuria, e a febbre in caso di infezione.
Il sospetto clinico deve essere confermato con l’esecuzione di una ecografia dell’apparato urinario ed un esame delle urine. L’ecografia consente di porre la diagnosi nel 90% dei casi, evidenziando il calcolo nel rene o nell’uretere, in particolare quando si trova nel primo tratto o nella porzione terminale, prevescicale. Più difficile può risultare la visualizzazione del calcolo ureterale nel tratto intermedio, rendendo quindi necessario il ricorso ad altre indagini radiologiche. Oggi l’esame che ci consente di studiare dettagliatamente l’uretere lungo tutto il suo decorso, evidenziando anche calcoli millimetrici, è la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) senza mezzo di contrasto. La lastra diretta delle vie urinarie, molto utilizzata in passato anche per differenziare i calcoli radiopachi da quelli trasparenti di acido urico, è stata ormai sostituita dal radiogramma digitale che precede la TAC.
Il percorso diagnostico, in particolare per la calcolosi complesse o quando sia necessario conoscere nel dettaglio la morfologia della via escretrice, si completa con la TAC dopo somministrazione del mezzo di contrasto.


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