Originaria del Nord America, la protagonista assoluta della stagione autunnale e invernale è sicuramente l’Echinacea. Scoperta e importata in Europa intorno al 1700, entrò presto a far parte della Medicina popolare, ma gli indigeni d’America la sfruttavano già per curare Sifilide, Artriti, Raffreddori, o per lenire i morsi di serpente e cicatrizzare le ferite, tramite impacchi applicati sulla cute. Il suo potenziale nel trattamento delle patologie invernali e da raffreddamento venne ampiamente dobbiamo aspettare il 1916 per il suo riconoscimento ufficiale come “pianta officinale”. Apprezzata anche come pianta ornamentale, non è raro imbattersi in giardini ricchi di Echinacea soprattutto nei mesi estivi, al culmine della fioritura. Ad oggi, la sua diffusione in Europa e in tutto il mondo come pianta medicinale è ampiamente comprovata da molteplici studi che ne confermano l’efficacia e la sicurezza in tutte le fasce della popolazione.
Identikit della pianta
Quando parliamo di Echinacea, ci riferiamo ad un genere costituito da ben 9 specie, ma solo 3 di esse vengono utilizzate a scopo terapeutico. Per le loro proprietà immunomodulanti e immunostimolanti si utilizzano infatti le radici essiccate di “Echinacea purpurea (L.) Moench.”, “Echinacea angustifolia DC.” ed “Echinacea pallida”. Dell’Echinacea purpurea si utilizzano anche le parti aeree. È per questo si parla spesso dell’Echinacea come “Echinacea spp”. L’Echinacea, che deve il suo nome alla somiglianza della parte centrale del capolino al riccio (dal greco “echinos”, riccio), appartiene alla famiglia delle Asteraceae, o Compositae. Fanno parte della stessa famiglia anche Camomilla e Calendula con le quali condivide la caratteristica infiorescenza a capolino, di un colore rosa acceso. I principali costituenti chimici, le cui concentrazioni dipendono dalla specie, sono flavonoidi, alchilammidi, glicoproteine, polisaccaridi e derivati dell’acido caffeico tra cui prevalgono l’acido cicorico, l’acido caftarico, l’acido clorogenico, l’echinacoside e la cinarina, tipica dell’Echinacea angustifolia.
Studi e convalide dell’efficacia
Una delle più grandi banche dati di letteratura scientifica, Pubmed, riporta solo negli ultimi dieci anni oltre 400 studi relativi all’Echinacea, a riprova dell’interesse mai affievolito per una pianta che continua a presentare nuovi spunti di ricerca e di possibili strategie terapeutiche. È grazie alla mole di studi che ne confermano l’efficacia, sebbene alcuni riportino dati contraddittori, che l’Agenzia Europea dei Medicinali ha approvato l’uso delle parti aeree di Echinacea pur- purea come medicinale “well-established use” (uso ormai consolidato) per la prevenzione e la cura a breve termine del Raffreddore comune, e le radici, sia della purpurea che dell’Angustifolia, come medicinale erboristico tradizionale per il trattamento di supporto del Raffreddore comune. Le parti aeree e le radici di E. purpurea trovano anche impiego come farmaci tradizionali rispettivamente nel trattamento di piccole ferite superficiali e per il sollievo di macchie e brufoli dovuti a lieve Acne.
Alleata del sistema immunitario
La bibliografia relativa all’efficacia dell’Echinacea è dunque vasta e ben consolidata, sia per il trattamento di Raffreddori e Influenze in corso, sia per prevenirle: è ormai dimostrato infatti che le piante del genere Echinacea hanno la capacità di stimolare l’attività del sistema immunitario in maniera aspecifica. Sebbene non sia ancora del tutto chiarito il meccanismo d’azione, è stato osservato che gli estratti di Echinacea agiscono potenziando le funzioni delle cellule dell’immunità innata, come le “natural killer” e i macrofagi, oltre a stimolare la citotossicità anticorpo purdipendente (un meccanismo di riconoscimento degli agenti patogeni da parte di anticorpi che li espongono all’attacco delle cellule killer). A livello molecolare, il principale responsabile dell’attivazione dei macrofagi e del conseguente aumento della capacità delle cellule di inglobare virus e batteri, sembra essere la frazione polisaccaridica. Nell’uomo, questo meccanismo si traduce in minori infezioni durante la stagione invernale, di durata inferiore rispetto al placebo e un minore ricorso ai farmaci, come emerso da uno studio del 2007. La sua efficacia non si limita agli adulti raffreddati, ma è risultata utile anche nelle Influenze e Sindromi parainfluenzali della popolazione pediatrica, con poche reazioni avverse. L’effetto stimolante del sistema immunitario è stato confermato anche sulla popolazione sana, a riprova della sua utilità non solo come rimedio sintomatico, ma anche e soprattutto preventivo. Infine, l’attività immunostimolante potrebbe risultare rilevante anche come supporto a terapie antitumorali. Cominciano infatti ad esserci prove di come l’utilizzo di un estratto di Echinacea in concomitanza alle chemioterapie porti ad un aumento della conta di leucociti.