Arnica, una cura per le infiammazioni

Autore: Dott. Danilo Carloni

Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche può facilitare la guarigione dei traumi muscolo-tendinei e attenuarne il dolore 

L’Arnica Montana è una pianta protetta appartenente alla Famiglia delle Asteraceae o Compositae; il nome deriva dalla parola “ptarnikè” che significa “ciò che fa starnutire”, perché le foglie e i fiori dell’Arnica, se inalati, stimolano lo starnuto. Le foglie dell’Arnica venivano anticamente fumate al posto del tabacco e per questo la pianta era conosciuta con il nome di “tabacco di montagna”. Il genere Arnica è diffuso in tutte le montagne del continente europeo, in Italia si può trovare sui pascoli e nelle brughiere delle zone alpine. Resistente al rigore invernale, fiorisce nei mesi di giugno e luglio.
In alcuni paesi fra cui l’Italia, la raccolta dell’Arnica montana spontanea per uso industriale, è stata interdetta essendo una specie appartenente alla flora protetta a rischio di estinzione in alcune aree.

Dalla radice al frutto

L’Arnica montana è una pianta erbacea perenne alta dai 20 ai 60 cm, ha una radice robusta dalla quale origina un fusto eretto, villoso, alla cui base porta foglie lanceolate disposte a rosetta; produce fiori con corolla conformata a linguetta, di colore giallo-oro; ha odore debolmente aromatico, sapore amarognolo leggermente piccante e speziato; caratteristico è il frutto costituito da acheni sormontati da un’appendice piumosa di setole bianche e ispide.

Elenalina, la componente principale

La parte utilizzata è in genere costituita dal fiore, ma secondo alcuni autori anche dal rizoma con le radici. Il fitocomplesso è caratterizzato dalla presenza di numerosi e interessanti componenti fra cui spiccano in particolare l’elenalina come componente principale e altri elementi che conferiscono alla droga il caratteristico sapore amaro; include inoltre un olio essenziale, anche se in modesta quantità pari a circa lo 0,5% e in cui si ritrovano timolo e derivati.

L’azione antinfiammatoria

L’Arnica viene storicamente utilizzata per le proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antiecchimotiche (favorisce il riassorbimento dei coaguli sottocutanei). Queste azioni, vengono prevalentemente attribuite al sinergismo espresso fra alcune sostanze, denominate lattoni sesquiterpenici, e i flavonoidi. I lattoni sesquiterpenici dell’Arnica, in particolare elenalina e diidroelenalina, hanno dimostrato la capacità di controllare le infiammazioni. Sempre a questi componenti è stata attribuita anche un’attività di controllo dell’aggregazione piastrinica.
Alcuni ricercatori hanno dimostrato l’attività antinfiammatoria dell’Arnica mediante il test dell’edema della zampa del ratto indotto da carragenina; l’elenalina, somministrata per via intraperitoneale, ha ridotto l’edema in una percentuale che varia dal 72 al 77%; analogamente tramite il test di Writhing, che consente di rilevare l’effetto analgesico sui dolori di origine infiammatoria, ha dimostrato di ridurre, nel topo, le contrazioni dolorose secondarie allo stato infiammatorio fino al 90%.
L’azione principale dell’Arnica è quella antinfiammatoria, ma anche analgesica e antisettica; l’applicazione locale di estratti della pianta determina inoltre un miglioramento della circolazione, favorendo così un più pronto riassorbimento dello stravaso conseguente al trauma.
Uno studio clinico, in cui sono stati coinvolti Pazienti operati alla mano perché affetti da Sindrome del tunnel carpale, ha evidenziato che la somministrazione di Arnica in pomata, dopo 7 giorni di trattamento, determinava una significativa riduzione del gonfiore e del dolore nella parte interessata.

Altri importanti benefici

Gli acidi fenolici, come il caffeico, il clorogenico e altri presenti nel fitocomplesso dell’Arnica, partecipano attivamente al processo di controllo dell’infiammazione e delle conseguenze dell’evento traumatico, hanno infatti proprietà antiossidanti e depurative.
Si è inoltre osservato che l’elenalina e la diidroelenlina, inibiscono l’aggregazione piastrinica indotta dal collagene, con conseguente effetto di controllo della formazione degli edemi. Si tratta di un’attività importante per il controllo del fenomeno infiammatorio in quanto le piastrine attivate hanno un ruolo di mantenimento dell’infiammazione e dello spasmo doloroso. I lattoni sesquiterpenici posseggono inoltre attività antinevralgica e in vitro hanno dimostrato un’azione antibatterica e antifungina. Alla frazione triterpenica (ai triterpeni alcolici) e ai flavonoidi dell’Arnica, sono attribuiti effetti spasmolitici in particolare a livello della muscolatura liscia vascolare, permettendo così la distensione dei tessuti soggetti a stato infiammatorio e conseguente azione antidolorifica.


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