Non è raro, guardando un programma televisivo o uno spot pubblicitario o leggendo un giornale, incontrare il termine microbiota umano, nonché sentir decantare i suoi benefici e connessioni con il benessere del nostro organismo. Solo nei primi mesi del 2024, oltre 3000 articoli, che rispondono alle parole chiave “Microbiota e Salute”, sono stati pubblicati su PubMed, il raccoglitore internazionale della letteratura scientifica in ambito biomedico, indicando che stiamo parlando di un tema di ricerca fervido e attivo, ma essenzialmente nuovo. Infatti, seppur evidenze scientifiche sulla presenza di specie microbiche nei vari distretti anatomici umani siano già comparse a partire dai primi del ‘900, l’avvio nel 2007 del progetto internazionale “Human Microbiome Project” ha aperto un vaso di pandora, facendo emergere un mondo di conoscenze sulla caratterizzazione delle specie microbiche e suggerendo anche prospettive nuove per sviluppare strategie per il contrasto, la prevenzione e il trattamento di molte patologie, così come per il miglioramento del benessere in condizioni di stress fisico e/o mentale, come per gli atleti o chi pratica attività motoria.
Che cos’è il microbiota e quale ruolo svolge
Il microbiota rappresenta la totalità dei microrganismi presenti in un organismo vivente pluricellulare, una sorta di organo aggiuntivo o superorgano, implicato nel corretto funzionamento metabolico dell’individuo che lo ospita, con una specificità nella composizione microbica che varia in base al distretto anatomico che andiamo a considerare. Il microbiota umano è distribuito nei vari distretti anatomici, e si può parlare, oltre che del ben noto microbiota intestinale, anche del microbiota orale che alberga il cavo orale, il microbiota cutaneo o dermobiota che ricopre la cute, il microbioma urinario o urobiota caratteristico dell’apparato genito-urinario e nel caso delle donne il microbiota presente nella vagina, il microbiota vaginale. I microrganismi che albergano questi distretti crocoesistono in equilibrio, ossia di eubiosi. Tuttavia, fattori esterni e interni possono alterare questa situazione, favorendo la disbiosi, cioè uno squilibrio della composizione microbica del distretto, con eccessiva proliferazione di microbi tendenzialmente patogeni, che possono anche determinare alterazioni delle normali funzioni fisiologiche. La condizione di eubiosi è di fondamentale importanza, già dai primi giorni di vita, per lo sviluppo e la maturazione del sistema immunitario, con effetti anche a lungo termine sulla salute. Il microbiota neonatale, infatti, è un ecosistema delicato e altamente dinamico che subisce rapidi cambiamenti di composizione in risposta a fattori determinanti sia pre- che peri-natali, come l’età gestazionale, l’esposizione al fumo, l’indice di massa corporea e l’incremento ponderale materno durante la gravidanza, la dieta materna durante la gravidanza e l’allattamento, la presenza di Periodontite nella madre, la modalità e la sede del parto, la dieta, l’esposizione ambientale a virus o batteri, l’impiego di antibiotici e la presenza di animali domestici. Recentemente è stato, inoltre, ipotizzato il ruolo nella modulazione del microbiota neonatale da parte di specifiche proteine trasmesse dalla madre durante l’allattamento tra cui l’imprinting determinato da proteine come la S100B.
Microbiota intestinale
La maggior parte delle informazioni che abbiamo oggi sulla correlazione tra microbiota e patologie sono emerse dal microbiota intestinale, e questo è comprensibile poiché è il primo ad essere stato studiato e i lavori disponibili sono maggiormente estesi. Il tratto digestivo è il luogo con la più alta densità di microrganismi che contribuisce alla salute metabolica dell’uomo e, quando alterato, alla patogenesi di vari disturbi metabolici, tra cui l’obesità, il Diabete di tipo 2 e le Malattie metaboliche. Sindrome dell’intestino irritabile, diarrea, costipazione e altre sindromi funzionali dell’intestino sono tutte state poste in relazione con alterazioni più o meno profonde del microbiota intestinale o crescite anomale in regioni dove la presenza di batteri è inferiore, specie nell’intestino tenue.
Un nuovo ambito di indagine molto fervido è quello che indaga la relazione tra la composizione microbica intestinale e la Fisiopatologia di alcune patologie come il Morbo di Alzheimer, il Disturbo dello spet-tro autistico, la Sclerosi multipla, il Morbo di Parkinson e l’Ictus. Inoltre, recenti studi considerano la correlazione tra l’asse intestino-cervello e patologie della sfera comportamentale o psichiatrica, e prove su modelli murini (sperimentazioni sui topi) hanno evidenziato come possibile terapia il trapianto fecale. Tuttavia, il campo è nascente e sono necessari studi longitudinali e randomizzati sugli esseri umani per scoprire se prendere di mira il microbiota può produrre nuove strategie terapeutiche rivolte a tali patologie.
Microbiota orale
Oltre al microbiota intestinale, il microbiota orale è la seconda comunità microbica umana per dimensioni, biodiversità e ruolo nell’omeostasi del nostro corpo. Come per l’intestino anche la cavità orale presenta una sub-geografia costituita da tre principali microambienti (placca sopra-gengivale, mucosa buccale e dorso della lingua), ciascuno caratterizzato da un nucleo microbico stabile, una componente variabile e una ipervariabile che caratterizza le tre diverse zone. Evidenze scientifiche riportano come il microbiota orale sia in grado di collaborare al mantenimento della salute dell’ospite sia a livello locale che sistemico. Un’alterazione dell’eubiosi della cavità orale è stata correlata ad una maggiore predisposizione per lo sviluppo di patologie, come Faringo-Tonsilliti, Otiti medie ricorrenti, Infezioni respiratorie, Asma, Malattia cronica ostruttiva polmonare. Inoltre, la presenza di batteri tipici del microbiota orale è stata rilevata anche nella flora batterica fecale nel contesto di Malattie infiammatorie crocoesistono niche dell’intestino o delle vie biliari e Reflusso gastroesofageo. In aggiunta, evidenze scientifiche sottolineano l’associazione tra cause di insorgenza di Tumori tipici dell’appartato gastrointestinale, come il Carcinoma del colon-retto, e disbiosi del cavo orale. È stato dimostrato che le Malattie parodontali, che iniziano e si propagano attraverso la disbiosi del microbiota orale, sono associate ad un aumento del rischio di Malattie cardiovascolari.