Tumore ovarico, quali terapie?

Autore: Dott. Vincenzo Dario Mandato

A causa di sintomi non definiti e alla mancanza di screening specifici, la diagnosi del Tumore ovarico è spesso tardiva 

Il Tumore ovarico è una neoplasia che raramente insorge al di sotto dei 30 anni, il rischio aumenta però con l’età, drasticamente dopo i 50 anni, e la diagnosi avviene tra i 50 e i 70 anni. Il più frequente è quello a cellule epiteliali e rappresenta il 90% dei Tumori ovarici. Nella maggior parte delle Pazienti insorge in età avanzata e nel 75% dei casi si presenta ad uno stadio avanzato.

Un po’ di anatomia

Le ovaie sono due piccole formazioni poste bilateralmente nel piccolo bacino, in quella zona identificata come “fossetta ovarica”, compresa tra la biforcazione dei vasi iliaci esterni e interni posti nella regione pelvica, e il tratto pelvico dell’uretere che decorre posteriormente. Le ovaie sono più lunghe che larghe e generalmente più piccole del loro omologo maschile, misurano tra gli 1,5 e i 3 cm di lunghezza, 1,5-3 cm di larghezza e 1-2 cm di spessore, con un volume di circa 1,2-9,4 cm3 e un peso compreso tra i 2 e gli 8 g. Tuttavia la posizione, la dimensione e il peso cambiano notevolmente in base all’età, allo stato ormonale (pubertà, gravidanza, menopausa) e a processi patologici come la formazione di Cisti. Le ovaie presentano sia una funzione ormonale, principalmente svolta dalla secrezione degli estrogeni e del progesterone, che una funzione riproduttiva legata al rilascio mensile della cellula uovo (ovocita). Le molteplici funzionalità delle ovaie sono possibili grazie alle diverse cellule che costituiscono il singolo ovaio: le cellule epiteliali, le cellule germinali e le cellule stromali. Ognuna di queste può dare origine ad un differente Tumore ovarico, che si caratterizza per età di insorgenza, sintomatologia, trattamento e prognosi.

Con quale frequenza insorge?

Come anticipato, il rischio di Tumore ovarico aumenta con l’età e la diagnosi avviene tra i 50 e i 70 anni. Esistono vari tipi di Cancro ovarico, quello a cellule epiteliali è il più frequente, insorge in età avanzata e nella maggioranza dei casi si presenta già con diffusione multiorgano. I Tumori germinali invece rappresentano il 5% dei Tumori maligni dell’ovaio. Nel 60% dei casi insorgono in donne di età inferiore ai 20 anni e sono generalmente caratterizzati da un’alta chemiosensibilità, ossia rispondono ai trattamenti chemioterapici. I Tumori stromali invece rappresentano l’1% dei Tumori ovarici e possono essere diagnosticati nelle donne di oltre 50 anni, nel 50% dei casi.
Il Cancro ovarico è un Tumore ginecologico raro ed altamente letale. I dati Italiani del Registro Tumori presentati nel 2022 riportano circa 5.200 nuove diagnosi nel 2020 e circa 3.200 decessi nel 2021. La sopravvivenza complessiva del Cancro ovarico, a 5 anni dalla diagnosi, è risultata del 43%, con una notevole differenza legata allo stadio di malattia (92% nelle donne con Cancro diagnosticato allo stadio iniziale e 29% nelle donne con Cancro diagnosticato allo stadio avanzato.) Nella popolazione generale, il rischio per una donna di ammalarsi di Cancro epiteliale dell’ovaio nell’arco della vita è basso (circa 1,1%).

La predisposizione genetica

Per il 15% circa delle donne che si ammalano di Carcinoma ovarico il rischio di ammalarsi è molto più alto rispetto alla popolazione generale perché sono geneticamente predisposte, in particolare i geni coinvolti nella riparazione del DNA (BRCA 1 e 2), a causa di mutazioni, determinano l’insorgenza del 65-75% dei Cancri su base ereditaria. Il 10-15% dei Cancri ovarici ereditari sono dovuti inoltre alla Sindrome di Lynch; sindromi più rare causa di Carcinoma ovarico includono la Sindrome di Peutz-Jegher e la Malattia di Gorlin.

Fattori di rischio

Tra i più comuni fattori di rischio è possibile includere il numero di ovulazioni nell’arco della vita, la familiarità per il Cancro ovarico, il fumo, l’Endometriosi, la Sindrome dell’ovaio policistico, la Malattia infiammatoria pelvica, e potenzialmente, l’uso del talco.
Gli studi hanno dimostrato inoltre che le donne con menarca precoce (età inferiore ai 12 anni) e menopausa tardiva (età superiore ai 50 anni) sono a più elevato rischio a causa di un maggior numero di ovulazioni. Il rischio di ammalarsi è superiore rispettivamente di 1,1-1,5 volte e di 1,4 - 4,6 volte. Durante l’ovulazione, le cellule dell’epitelio superficiale subiscono un trauma fisico che viene riparato immediatamente, tali traumi ripetitivi e i processi riparativi possono però causare danni al DNA.
Se da una parte l’elevato numero di ovulazioni aumenta il rischio di Carcinoma ovarico, le condizioni in cui queste sono inibite, come ad esempio la gravidanza o l’utilizzo di contraccettivi ormonali, ne riducono però il rischio. Anche l’azione di agenti infettivi, sostanze infiammatorie o cancerogene (ad esempio l’asbesto), che raggiungono l’ovaio attraverso le Tube di Falloppio (salpingi), possono favorire l’insorgenza del Cancro. Questa teoria giustifica l’effetto protettivo della sterilizzazione tubarica e dell’isterectomia che impediscono agli agenti esterni di raggiungere l’ovaio.
Una più recente teoria invece, nata studiando le tube delle donne portatrici di mutazione BRCA (relative al Tumore al seno), identifica l’insorgenza del Cancro ovarico nelle cellule epiteliali della parte finale delle Tube di Falloppio (fimbria tubarica). Probabilmente le cellule, essendo prossime all’ovaio, vengono sottoposte alla stessa stimolazione. Nelle tube asportate alle donne con mutazione BRCA sono stati riscontrati Carcinomi non invasivi, precursori del Carcinoma ovarico di alto grado.


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