Autore: Dott. Paolo Rognini

 

L’assuefazione agli stimoli  

Gli ambienti urbani e industrializzati rappresentano il luogo tipico di scollamento tra uomo e natura, tra bisogni reali e bisogni “indotti”. L’alterazione del rapporto tra uomo e natura è stata favorita da un elemento tipicamente umano: la cultura. Essa è pervenuta ad un grado così alto di sofisticazione che ha fatto perdere il contatto con il corpo, con i bisogni primari, con il senso delle proprie azioni. Da questo punto di vista si deve osservare un problema di fondo: gli individui non si accorgono più degli stimoli nocivi che li circondano. Si tratta di un fenomeno noto: la ripetizione di uno stimolo nel tempo induce assuefazione, come per il concetto farmacologico di tolleranza/ assuefazione. La realtà circostante diventa “invisibile” ai nostri sensi in quanto tutto diviene “ovvio”. A fronte dell’artificialità esasperata dell’ambiente esterno, l’uomo reagisce con una gamma molto ampia di risposte, che possono talvolta sfociare in disturbi o patologie vere e proprie.   

Gli effetti dello stress  

L’ambiente urbano genera un sovraccarico di sollecitazioni (traffico, rumori, cartelli pubblicitari, segnaletica stradale, affollamento) che bombardano gli individui portando all’aumento del senso di inefficienza mentale e fisica. La fatica di elaborazione psichica di questa immensa mole di stimoli e informazioni esterne, oltre ad attivare il sistema simpatico e parasimpatico, accentua la tendenza alla repulsione verso gli altri e all’antisocialità. Nel processo patogeno di stress (che generalmente si realizza nel lungo termine), il soggetto risulta incapace di dare risposte comportamentali adattive e si verifica una sorta di stallo, un sostanziale inutilizzo dell’energia liberatasi nell’organismo. Questo provoca un’alterazione grave dell’equilibrio psicofisico, poiché le modificazioni neuroendocrine possono alterare il funzionamento di organi che ne subiscono gli effetti (i cosiddetti organi bersaglio): è l’origine di un disturbo psicosomatico. Dispepsie, Gastriti, Colon irritabile, Dermatiti, Disturbi del sonno, Cefalee e Disturbi dell’identità sono solo alcuni esempi. Quanto all’affollamento, le indagini mostrano come in ambienti urbani affollati si verifichi un aumento medio della pressione arteriosa, un aumento della frequenza di tutte le  patologie e un tendenziale aumento dell’antisocialità. Tali reazioni, a livello individuale, possono sfociare in un incremento dell’aggressività, oppure possono innescare un Disturbo Antisociale di Personalità o un Disturbo da Attacchi di Panico.

Sovraccarico, velocità e rumore

Il sovraccarico è per definizione un eccesso di stimoli fisici e sociali che colpiscono l’individuo. Le osservazioni sul campo mostrano come il sovraccarico possa causare la tendenza a mostrare una maggiore diffidenza nei contatti con gli altri. In generale, vi è una diminuzione dell’interazione sociale, mentre aumentano lo scetticismo, il distacco dalla realtà e la tendenza all’antisocialità. L’eccesso di velocità nello svolgere le proprie attività quotidiane, dal canto suo, può generare uno stato di concitazione, di allarme o di ansia, un aumento della pressione arteriosa, una diminuzione dell’attenzione e un aumento dell’incidentalità. Sterminata risulta inoltre la letteratura scientifica sugli effetti del rumore urbano. I cittadini sono costantemente immersi in una “zuppa sonica” costituita da rumori di varia natura, timbro, intensità, talvolta imprevedibili. Le indagini dimostrano che, in generale, si verifica un’introiezione inconsapevole del rumore, tale da generare la ben nota Sindrome di falso adattamento. Tra le reazioni possibili, possiamo citare l’aumento dell’aggressività, le alterazioni del sistema cardiocircolatorio, dell’apparato digerente, del ritmo sonno/veglia, dell’apparato neuroendocrino, oltre ad una generale inibizione dei rapporti sociali.