Il termine bullismo, che deriva dalla parola inglese “bullying”, viene definito come un’oppressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo di persone che si percepisce come più potente nei confronti di un’altra, ritenuta come più debole. Secondo i dati del Ministero della Salute gli undicenni vittime di bullismo sono il 18,9 % dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze; nella fascia di età di 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.
Le caratteristiche del fenomeno
Per parlare di bullismo devono verificarsi tre condizioni: comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta, reiterazione nel tempo di queste azioni, coinvolgimento degli stessi soggetti, di cui uno o alcuni, sempre in posizione dominante (bulli) ed uno o alcuni, più deboli e incapaci di difendersi (vittime). Inoltre, parliamo di un comportamento consapevole e volontario, perpetrato in maniera persistente, organizzata e opportunistica. Il bullismo può essere fisico o verbale, ma si sviluppa anche in tipologie maggiormente complesse, può essere infatti di tipo relazionale, manipolativo o elettronico. Il primo tipo consiste fondamentalmente nell’isolare la vittima dal punto di vista sociale, il secondo nel compromettere la sua reputazione e distorcerne i rapporti sociali e il terzo nel diffamarlo sulle piattaforme web.
Il contesto scolastico
Grandi protagonisti di questo fenomeno sono gli adolescenti e l’ambiente scolastico. È infatti nelle aule e nei corridoi di scuola che si consumano principalmente questi fenomeni, oltretutto spesso e volentieri vittima e bullo frequentano la stessa classe. Parliamo di un comportamento che coinvolge indiscriminatamente ragazzi e ragazze, con alcune differenze. Il bullo maschio è più portato alle prepotenze di tipo fisico poiché sente un bisogno maggiore di dimostrare il proprio ardimento fisico, solitamente forma grandi gruppi organizzati gerarchicamente che favoriscono un tipo di aggressione diretta. Le ragazze preferiscono formare gruppi più piccoli, basati su amicizie più strette, molto importanti soprattutto durante e dopo la pubertà per lo sviluppo psicosociale. Nelle ragazze si manifesta inoltre una maggiore inclinazione per la manipolazione, favorendo un’aggressività di tipo verbale o indiretta, intesa a condizionare i legami di amicizia.
Cyberbullismo e web
Capitolo a parte merita il cyberbullismo, fenomeno in crescita negli ultimi anni. Rispetto al bullismo tradizionale, in questo caso, ritroviamo un elemento aggiuntivo: l’anonimato da parte del persecutore. Le modalità di offesa possono variare dai commenti volgari (“flaming”) al ledere la reputazione della vittima sotto falso nome (“masquerade”) o rendere pubbliche informazioni personali (“outing”). Questi elementi possono emergere per via diretta, attraverso l’uso della messaggistica istantanea o indiretta con i social network. Un aspetto molto preoccupante del cyberbullismo è la perdita dei confini spazio-temporali che, invece, sono salvaguardati nel bullismo tradizionale. Se nel bullismo tradizionale infatti lo spazio fisico e geografico può far sentire al sicuro la vittima, online siamo sempre rintracciabili e potenzialmente attaccati.