La ricerca di rassicurazioni
Spesso chi ha paura di sbagliare pensa che, aprendosi con gli altri e parlando delle sue difficoltà, possa liberarsi dalla paura e chiarirsi le idee. Di fronte ad una decisione da prendere può così trascorrere ore a parlare del suo problema coinvolgendo amici e famigliari nella disanima dei pro e dei contro, o cercando rassicurazioni sulla bontà della sua scelta. Come ci ricorda Oscar Wilde “con le migliori intenzioni si ottengono spesso gli effetti peggiori”, perché se è vero che in alcuni casi parlare e confrontarsi con gli altri aiuta a vedere le cose da prospettive differenti, nel caso delle paure e delle ossessioni parlarne e farsi ascoltare da qualcuno, le alimenta in senso patogeno.
La ricerca del controllo
Una delle illusioni più diffuse nell’uomo moderno è l’idea di poter gestire e controllare ogni cosa attraverso il ragionamento logico e la razionalità, anche situazioni e fenomeni a cui non possono adattarsi, come le paure, una crisi amorosa, una decisione critica. Nel tentativo di gestire il timore di sbagliare, la persona cerca cosi di avere tutto sotto controllo, anticipando le possibili conseguenze delle sue scelte, preparandosi ancora di più e meglio prima di agire, pensando e ripensando alle cose, analizzando all’infinto i pro e i contro in una continua ricerca della scelta perfetta che puntualmente non arriva, fino ad un blocco decisionale e dell’agire.
Il confronto con la realtà
Una delle possibili strategie per superare questo tipo di paura è quella di confrontarsi con la realtà. Come? Cercando di evitare tutto ciò che la vita propone. Ciò non significa esporsi stupidamente a imprese e rischi mettendosi alla prova, o agire senza valutare e scegliere se procedere o meno, ma rimanere aperti alla possibilità di confrontarsi con le esperienze della propria vita considerandole come occasioni di apprendimento e miglioramento. D’altra parte, solo sperimentandosi nelle cose si ha la possibilità di scoprire e coltivare le proprie risorse e costruire il senso di fiducia in noi stessi e nelle proprie capacità.
Per quanto riguarda il rapporto genitori e figli, sulla base di queste considerazioni, i genitori dovrebbero evitare di sostituirsi ai figli nell’affrontare gli ostacoli e le difficoltà incontrate, ma piuttosto ricordarsi di offrire loro l’opportunità di sperimentarsi in prima persona, e rimanere, al bisogno, punti di riferimento.
Guardare in faccia la paura
La paura è un’emozione fondamentale presente in ogni essere umano, una risorsa preziosa connessa all’istinto di sopravvivenza, capace di innescare reazioni immediate e di far fronte a situazioni di pericolo. La paura di sbagliare aiuta a non correre rischi gravi, a migliorare la nostra performance. Accettare la paura e considerarla da limite a risorsa è il primo passo per imparare a gestirla. Di fronte alla paura, inoltre, non dobbiamo forzarci a “pensare in positivo”, convincendoci che “andrà tutto bene”, “ce la posso fare”, scappare evitandola, o reprimerla con la razionalità considerandola un’emozione negativa, ma esercitarci a guardala in faccia ed evocarla volontariamente, usando la paura per superare i nostri limiti invece che fuggirla.
Accettare il rischio
La vita ci obbliga continuamente a operare delle scelte, ad esporci e a costruire attraverso le nostre decisioni il nostro presente e il nostro futuro. Nessuna scelta o azione è priva di rischio. Anche il non decidere, a ben vedere, è una scelta di cui siamo comunque responsabili e che può determinare un rischio molto più alto del provare ad agire. Solo accettando il rischio di sbagliare e di fallire è possibile migliorare la nostra vita e raggiungere gli obiettivi desiderati. In altre parole, se si desidera vincere, è necessario imparare a perdere, accettare le proprie fragilità e le proprie imperfezioni per superarle.
Imparare a sbagliare
La maggior parte degli apprendimenti naturali, come il parlare, il camminare, cosi come gli apprendimenti più complessi, come andare in bicicletta o imparare una seconda lingua, avviene grazie a tentativi per prove ed errori e correzioni successive. In qualunque processo di apprendimento e di crescita personale, gli errori non sono quindi solo parti inevitabili, ma elementi chiave per capire ciò che non funziona e allo stesso tempo ottimizzare ciò che funziona. Nel 1879 Thomas Alva Edison, inventore e imprenditore statunitense, dopo anni di lavoro ed esperimenti riuscì a perfezionare la lampadina. Per arrivare al prodotto finale Edison dovette sperimentare oltre duemila tentativi. Durante una conferenza stampa un giornalista gli chiese “come si è sentito ad avere fallito 2000 volte nel tentativo di costruire una lampadina?”. La risposta di Edison fu esemplare: “Io non ho fallito duemila volte, semplicemente ho trovato millenovantanove modi in cui non va fatta una lampadina”.