In Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e, tra queste, più del 95% sono donne ma anche tra i maschi i casi sono in aumento. Nell’ambito di tali disturbi l’Anoressia Nervosa è forse la manifestazione patologica più complessa.
Il termine “Anoressia” deriva dal greco e significa “assenza o marcata riduzione dell’appetito”; mentre l’aggettivo “Nervosa” si riferisce alla natura psicologica del disturbo.
Come riconoscerla
Il quadro complessivo dei sintomi può variare da caso a caso ed è molto importante ricercarne la specificità individuale, tuttavia ai fini della diagnosi di Anoressia si valuta la presenza dei seguenti aspetti:
- restrizione dell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta ad un peso corporeo significativamente basso relativamente all’età, al sesso, all’evoluzione dello sviluppo ed alla salute fisica; il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, inferiore a quello minimo atteso;
- intensa paura di aumentare di peso o di ingrassare, o un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se quest’ultimo risulti significativamente basso;
- alterazione del modo in cui la persona percepisce il peso o la forma del proprio corpo, determinante influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima oppure persistente incapacità di riconoscere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso.
Il Disturbo si può manifestare con restrizioni alimentari: in queste situazioni la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’eccessivo esercizio fisico; oppure con ricorrenti episodi di abbuffate o condotte di eliminazione (vomito autoindotto o abuso/uso inappropriato di lassativi, diuretici o clisteri).
Aspetti psicologici
Chi soffre di Anoressia nervosa pensa continuamente e con forte preoccupazione al modo in cui tenere sotto controllo l’assunzione del cibo e il peso corporeo. Alimentazione e forma fisica diventano una vera ossessione.
Un’altra caratteristica psicologica, comune a tante persone e non associata a patologia, è il perfezionismo; nell’Anoressia Nervosa si manifesta come “perfezionismo clinico” con modalità di pensiero estremamente rigide ed inflessibili. Può interessare uno o più ambiti quali lo studio, il lavoro, lo sport, ecc. Tuttavia è soprattutto sul controllo dell’alimentazione, del peso e delle forme del corpo che, nel tentativo di raggiungere una perfezione irrealistica e quindi impossibile da ottenere, la persona anoressica concentra tutti i propri sforzi, sacrifici e sofferenza.
L’autostima
La bassa stima di sé rappresenta un fattore di rischio nello sviluppo dell’Anoressia nervosa e una componente significativa per il mantenimento del disturbo. Nella maggior parte dei casi, la fiducia in se stessi e la propria autovalutazione positiva dipendono fortemente dalla capacità di tenere sotto controllo lo stimolo della fame e la forma del corpo attraverso la gestione drasticamente riduttiva dell’assunzione delle calorie e del peso.
Alterazione dell’immagine corporea
Nonostante l’aspetto fisico e la bilancia evidenzino chiaramente una condizione di magrezza o ancor più di sottopeso, le persone che soffrono di questa patologia non riescono a vedersi obiettivamente, perché hanno una percezione alterata dell’immagine del proprio corpo. La forma fisica raggiunta non è mai sufficientemente magra, non è mai “sufficientemente perfetta”.
All’origine del disturbo
Le cause dell’Anoressia nervosa possono essere ricondotte ad un insieme di fattori fisici, ambientali e di personalità. Ecco un elenco dei possibili fattori:
- Obesità nell’infanzia;
- cambiamenti nel fisico durante l’adolescenza (che possono essere vissuti con disagio);
- familiari con Disturbi dell’Alimentazione;
- atteggiamento dei familiari critico sul peso e sull’alimentazione;
- episodi nei quali si è stati vittima di derisione o esclusione sociale per il proprio peso o la forma fisica;
- frequentazione di ambienti che richiedano un severo controllo del peso corporeo (sport, moda, danza, ecc.);
- esaltazione (culturale) della magrezza e mito “magrezza uguale bellezza”;
- bassa autostima e scarsa fiducia in se stessi;
- perfezionismo clinico;
- stile di pensiero rigido, poco flessibile e con tratti ossessivi;
- difficoltà nel riconoscere ed esprimere i propri stati emotivi.