Il passaggio dal grembo materno al mondo esterno rappresenta per il nascituro un’esperienza per molti aspetti faticosa e delicata; per nove mesi ha vissuto in un ambiente protetto e confortevole ed ora si trova di fronte alla difficoltà di doversi adattare alla nuova vita. Per aiutarlo a superare questa delicata fase di passaggio, il neonato viene amorevolmente accudito, lavato, vestito e attaccato al seno della mamma; viene quindi portato nel nido dove può riposare nelle condizioni e alla temperatura ottimali e dove soprattutto le Puericultrici ed il Neonatologo possono effettuare i controlli di routine, verificando il battito cardiaco, il respiro e la saturazione emoglobinica. Trascorse due ore dal parto la madre e il neonato vengono portati in camera e qui inizia il lavoro vero per mamma e papà, soprattutto se è previsto un rooming-in 24 ore su 24.
Il calo fisiologico neonatale
Ma cosa succede nei primi giorni dopo il parto e prima della dimissione? Superata la fase dell’adattamento neonatale precoce, quando il neonato deve imparare rapidamente a vivere fuori dall’utero materno, l’organismo del bambino presenta alcune importanti modificazioni fisiologiche. La prima di queste è il calo fisiologico neonatale. Il neonato perde peso perché perde liquidi attraverso la respirazione, l’emissione di feci e di urine, perdita non compensata adeguatamente dall’alimentazione. Il calo fisiologico post-natale è di solito inferiore al 10% del peso alla nascita, ma è anche importante valutare la variazione ponderale giornaliera, di solito inferiore al 5%. Se il neonato presenta un calo fisiologico non occorre alcun provvedimento e si può continuare il rooming-in e l’allattamento al seno esclusivo; se invece perde più del 10% di peso o perde più del 5% del peso da un giorno all’altro può presentare uno stato di disidratazione che condiziona negativamente il normale adattamento cardio-circolatorio e renale. Se questo si verifica è importante eseguire dei controlli specifici.
Se il calo fisiologico è tra il 7% e il 10% si integra l’allattamento al seno con latte artificiale (aggiunta di latte dopo la poppata al seno) in modo da garantire al neonato l’apporto adeguato, si controlla la diuresi e si danno indicazioni ai genitori sull’alimentazione al seno. Se il calo ponderale è maggiore del 10% si controlla la diuresi con il peso del pannolino, si eseguono esami ematochimici e si suggerisce un’integrazione alimentare con latte artificiale dopo la poppata al seno. In questo caso la dimissione può essere condizionata dall’esito dei controlli e deve essere fatta solo in assoluta sicurezza per il neonato.
L’allattamento al seno
È importante ricordare che per compensare il calo fisiologico è importante un avvio precoce e idoneo dell’allattamento al seno, attaccando il neonato al seno materno appena possibile e frequentemente nei primi giorni di vita poiché la suzione dal capezzolo è l’unico stimolo veramente efficace per la produzione del latte. Ogni poppata dovrebbe durare in tutto circa 20-30 minuti (non più di 10-15 minuti per seno) alternando il seno da cui si inizia.
In fase di avvio dell’allattamento, le poppate sono a richiesta del neonato, ma è bene non far passare più di 2-3 ore tra una poppata e l’altra. Se il neonato dorme, un buon sistema per svegliarlo può essere quello di cambiargli il pannolino e lavarlo.