Che sia lombare, dorsale o cervicale, chi ne soffre avverte un dolore, simile ad un bruciore, che si irradia dalla zona colpita, spesso accompagnato da intorpidimento e formicolio. Si tratta dell’Ernia del disco, una patologia che ogni anno interessa nel nostro Paese circa 120 mila persone. Ne sono affette soprattutto le persone anziane, ma ne soffrono anche i più giovani, in particolare se predisposti per familiarità.
Talvolta i sintomi sono sporadici, in altre occasioni, invece, il dolore può essere più acuto e ricorrente, a tal punto da influenzare la qualità della vita dei soggetti colpiti.
Cos’è l’Ernia del disco
Per Ernia si intende la fuoriuscita di un organo o di materiale organico dal suo naturale contenitore, che sia una parete muscolare o una giunzione fibrocartilaginea, come ad esempio i dischi intervertebrali. In caso di Ernia del disco, infatti, ad essere espulso dalla sua sede naturale (disco intervertebrale) è il contenuto gelatinoso che permette la mobilità delle vertebre.
L’Ernia discale cervicale
La colonna vertebrale (rachide) è costituita da vertebre che si suddividono in tratto cervicale, dorsaleteno lombosacrale. A seconda dell’area in cui è presente il disco interessato dalla patologia, il tipo di Ernia cambia nome: può essere lombare, dorsale o cervicale.
La fuoriuscita del materiale gelatinoso nel canale vertebrale, in qualsiasi tratto del rachide si trovi, può causare la compressione di una o più radici nervose, provocando diversi disturbi a coloro che soffrono di Ernia discale cervicale: dai classici dolori cervicali associati alla riduzione della forza delle braccia, a veri e propri deficit motori, formicolii e intorpidimenti, accompagnati da una limitazione dei movimenti del collo. Se l’Ernia arriva a comprimere il midollo spinale, può provocare anche deficit e impotenze funzionali agli arti inferiori. Per evitare che il midollo spinale subisca danni (Mielopatia), è dunque fondamentale riconoscerne i sintomi il prima possibile.
Diversi, invece, sono i campanelli di allarme per chi viene colpito da Ernia discale dorsale o lombare. I primi segnali, formicolii e bruciori nella zona dorsale e toracica, ed i secondi, invece, in base al livello vertebrale coinvolto, possono provocare dolori alla parte bassa della schiena e agli arti inferiori, che possono essere associati, a loro volta, a formicolii ed intorpidimenti.
Attenzione però: se l’Ernia del disco lombare comprime le strutture nervose in modo eccessivo, possono verificarsi patologie di ben più grave entità, come ad esempio la Sindrome della Cauda, ossia una malattia neurologica che può limitare gravemente le funzioni della zona lombare, causando debolezza dei muscoli delle gambe uniti a deficit motori, dolore alla schiena e, nei casi più gravi, incontinenza fecale e urinaria.
La terapia conservativa
Con l’usura e il passare degli anni, i dischi della colonna vertebrale tendono inevitabilmente a deteriorarsi, perdendo lentamente la loro flessibilità e rendendo fragili i legamenti che li circondano. Per questo motivo, in molti casi, i Pazienti che soffrono di Ernia del disco non riescono ad associare la comparsa dei sintomi ad una causa scatenante precisa. L’insorgenza di questa patologia, infatti, può essere improvvisa e acuta, oppure preceduta da attacchi di cervicale o di mal di schiena.
A seguito di una visita specialistica e della diagnosi di un Neurochirurgo, per il trattamento iniziale dei sintomi è possibile prescrivere una terapia di tipo conservativo, che può prevedere:
- la somministrazione di farmaci come il cortisone, miorilassanti e sostanze che riducano l’infiammazione della radice nervosa, migliorandone la resistenza;
- trattamenti come l’Ozonoterapia, la Tecarterapia e gli Ultrasuoni;
- terapie fisiche e manuali, che includano esercizi specifici volti a migliorare l’elasticità e la flessibilità della schiena;
- Agopuntura, ad effetto antalgico e decontratturante sulla muscolatura dorso-lombare.