Cuori, reni, polmoni e vesciche “artificiali”, nati dalle più moderne tecnologie e dalle più recenti ed avanzate acquisizioni scientifiche in ambito bio-medico, sono al centro del dibattito, così come delle prospettive della Medicina del futuro. Una sfida stimolante per Medici e Ricercatori, ricca di opportunità terapeutiche impensabili fino a poco tempo fa e una speranza concreta per tutti i Pazienti affetti da patologie gravi come disfunzioni e malattie d’organo, patologie di carattere oncologico e problematiche visibili, come i danni tissutali successivi a traumi importanti, difficilmente trattabili se non con una sostituzione “artificiale”.
Una sfida sulla quale si sono già mossi passi importanti, anche se non privi di criticità, cui i Ricercatori stanno provando a dare risposte concrete e sempre più risolutive, sfruttando vantaggi e opportunità offerti, per esempio, dalla Medicina rigenerativa. Si tratta di una branca specialistica in grado di “riparare” il corpo, oppure una lesione, con parti create in laboratorio ma non tramite elementi meccanici, come per esempio i cuori in titanio utilizzati nei Pazienti in attesa di trapianto, bensì con parti viventi create da cellule autologhe cioè provenienti dal Paziente stesso.
La Medicina rigenerativa
Questa nuova branca specialistica è in crescente evoluzione, incentivata dal rapido sviluppo della tecnologia e delle conoscenze scientifiche, nonché dalle crescenti necessità di una popolazione che invecchia e che subisce il deterioramento cronico della funzione degli organi vitali, non più contrastabile con il semplice utilizzo dei trattamenti medici attualmente disponibili. Questo è dunque lo scenario nel quale i Ricercatori sono impegnati nel trovare e nel mettere a punto tecniche e strategie per creare organi perfetti, del tutto simili a quelli umani e in grado di sostituire quelli danneggiati a tal punto da non poter più essere recuperabili.
Grandi Centri di ricerca in tutto il mondo sono impegnati in questa direzione, coinvolti in progetti molto ambiziosi che hanno l’obiettivo di “riparare” il corpo umano usando parti anatomiche artificiali, create con materiali provenienti da maiali o coltivate in laboratorio, come ad esempio le cellule staminali.
Le cellule staminali
Queste preziosissime cellule, rispetto a quelle normali che hanno il compito di far funzionare gli organi, far battere il cuore, consentire al cervello di pensare e ai reni di depurare il sangue e così via, hanno un ruolo molto speciale: ricreare tutti gli altri tipi di cellule. Motivo per cui le cellule staminali sono state definite i “fornitori” di nuove cellule, di qualunque tipo esse siano, attraverso un processo che sembra molto semplice ma che, in realtà, è delicato e complesso e consiste nella scissione della cellula stessa che, attraverso questo meccanismo, ne produce un’altra.
Le diverse applicazioni
Quando una cellula staminale si divide, può creare altre cellule staminali oppure cellule di altre tipologie: nel caso della pelle, ad esempio, possono originarsi nuove cellule staminali della cute oppure cellule diverse con ruoli più specifici, come può essere quello di produrre il pigmento della melanina.
La scienza oggi si è spinta ancora più in là, riuscendo ad influenzare persino il comportamento di crescita e di risposta delle stesse cellule staminali all’interno di sistemi ben controllati, con enormi vantaggi terapeutici per i Pazienti, che in questo modo vengono riforniti direttamente di cellule staminali sane o cellule differenziate ricavate da esse, per sfruttarne la capacità innata di rigenerazione dei tessuti. Un esempio di applicazione può essere il trapianto di cellule staminali per riparare il tessuto cardiaco danneggiato da Infarto, oppure, sempre nel caso della pelle, un innesto per guarire gravi lesioni traumatiche come ustioni, ferite o cicatrici indotte da interventi di Chirurgia demolitiva.