Vitiligine, la scelta della cura

Autore: Dott.ssa Alessia Pacifico

Sono diverse le cure disponibili che vanno dall’uso di farmaci corticosteroidi fino all’utilizzo della Chirurgia, passando per la Fototerapia mirata 

La forma più frequente di mancanza o perdita di colore della pelle naturale (ipopigmentazione) è rappresentata dalla Vitiligine, che costituisce un disordine acquisito della pigmentazione caratterizzato dalla presenza di chiazze di colore chiaro (ipopigmentate). Tale patologia ha un’incidenza variabile dallo 0,5 al 2% della popolazione mondiale, senza differenza di insorgenza tra sesso maschile e femminile. In genere insorge tra i 20 ed i 40 anni ma possono essere interessati anche i bambini. La Vitiligine può avere un impatto molto significativo sulla vita dei Pazienti che ne soffrono.

L’origine dalla malattia

Per quanto riguarda le cause, sono stati proposte una serie ipotesi quali alterazioni dell’immunità umorale e cellulare, stress ossidativo, alterazioni strutturali dei melanociti (le cellule che riproducono il pigmento della pelle), melanocitorragia (cronico distacco di melanociti) e la produzione di citochine. La patogenesi della Vitiligine è probabilmente multifattoriale e sono coinvolti tutte le cause citate.

Le cure disponibili

Le terapie attualmente disponibili non sempre danno risultati incoraggianti e, soprattutto al momento, non esistono in Italia terapie farmacologiche approvate specificatamente per il trattamento della Vitiligine. Tra i trattamenti che abbiamo a disposizione possono essere utilizzati, a seconda della distribuzione delle chiazze ipopigmentate e della fase in cui si trova la malattia (fase attiva o stabile), sia in monoterapia che in associazione, corticosteroidi topici, derivati e analoghi della vitamina D3, immunomodulatori topici, fototerapia e antiossidanti sistemici. Oltre ai trattamenti sopraelencati, in casi molto selezionati, si può optare per il trattamento chirurgico.

La Fototerapia a raggi UVB

La Fototerapia rappresenta una delle armi più efficaci per i Pazienti affetti da Vitiligine. In passato veniva utilizzata la PUVA-terapia con l’assunzione del fotosensibilizzante orale psoralene o con l’applicazione topica. Tale trattamento risultava essere molto efficace ma era associato ad un aumento di incidenza di Carcinomi cutanei. Attualmente l’uso della PUVA-terapia è stato completamente abbandonato e la terapia di prima scelta attualmente rappresentata dagli UVB a banda stretta (NB UVB), la cui efficacia risulta essere sovrapponibile a quella della PUVA che offre il vantaggio di essere sicura e di poter essere utilizzata anche nei bambini e senza l’assunzione di farmaci per via sistemica, come accadeva in passato. I protocolli più comunemente utilizzati prevedono la somministrazione dei raggi UVB a banda stretta due volte a settimana in giorni non consecutivi.

Fattori in gioco per la risoluzione

Diversi fattori influenzano l’insorgenza di ripigmentazione: età del Paziente, numero dei trattamenti, localizzazione delle lesioni (mani e piedi refrattari ai trattamenti), tipo di Vitiligine, presenza di melanociti residui all’interno della lesione.
Sono richieste almeno 12 settimane di trattamento prima che sia apprezzabile la formazione di nuovo pigmento. Se dopo 3 mesi non si apprezzano risultati soddisfacenti, in genere si interrompe il trattamento.


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