Vitiligine, la scelta della cura

Autore: Dott.ssa Alessia Pacifico

Cancerogenicità

Sono stati condotti numerosi studi al fine di valutare la cancerogenicità di questo tipo di raggio ultravioletto. Il trattamento con UVB a banda stretta, ad oggi, non è stato associato ad un aumento significativo di insorgenza di Carcinomi cutanei, tuttavia studi che includono un maggior numero di Pazienti e con un follow up più lungo potranno stabilire meglio se esiste una correlazione importante tra irraggiamento con UVB a banda
stretta e cancerogenesi cutanea.

Fototerapia mirata

La naturale evoluzione della Fototerapia classica con UVB a banda stretta, è rappresentata dalla Fototerapia mirata, soprattutto utilizzando le sorgenti ad eccimeri 308 nm (Laser e non Laser). Diversamente dal trattamento classico con NB UVB, la Fototerapia mirata permette il trattamento selettivo delle lesioni di Vitiligine, risparmiando al contempo l’irraggiamento di zone di
cute sana circostante e permettendo inoltre l’ottenimento della remissione clinica in un tempo minore, poiché tali sorgenti hanno una potenza maggiore rispetto a quelle classiche UVB a banda stretta. La selettività della
zona da irraggiare rappresenta un enorme vantaggio in termini di fotocancerogenicità in quei Pazienti che non hanno una patologia molto diffusa.

L’opzione chirurgica

Il trattamento chirurgico, rappresenta una valida alternativa terapeutica in Pazienti che hanno una forma di Vitiligine localizzata e stabile da almeno un anno e che non rispondono al trattamento con Fototerapia. In particolare il Trapianto autologo di cellule epidermiche è una tecnica chirurgica introdotta negli anni ‘90 per il trattamento di quelle forme di Vitiligine segmentale e non segmentale in fase stabile, poco rispondenti ai trattamenti convenzionali. In tempi più recenti questa tecnica è stata perfezionata e semplificata con la possibilità di utilizzare kit commerciali pronti per l’uso che rendono la procedura molto più rapida e affidabile.

Prospettive future

In un futuro molto prossimo saremo in grado di utilizzare nuovi farmaci, sia topici che sistemici (jak- inibitori), la cui azione si fonda sul controllo del processo infiammatorio che porta a morte i melanociti, promuovendo
conseguentemente la ripigmentazione della cute affetta da vitiligine.
Attualmente si sta lavorando per l’introduzione in commercio di un inibitore selettivo JAK1/JAK2 sperimentato con una formulazione topica per il trattamento della Vitiligine in adolescenti ed adulti e si arriverà così alla registrazione del primo farmaco topico per la Vitiligine. La messa in commercio di questa crema segnerà, dopo tanti anni, una vera svolta nel trattamento di una patologia così complessa da trattare e da gestire.             


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