Nell’uomo
Nell’uomo, il sospetto di infezione da Clamidie può sorgere quando vengono avvertiti bruciore e difficoltà a urinare, accompagnati da secrezione purulenta. Il processo infettivo resta generalmente circoscritto all’uretra anteriore ma, in una piccola percentuale di casi, può estendersi anche all’uretra posteriore, alla prostata, in casi rari all’epididimo. Queste complicanze possono portare alla sterilità. È importante sottolineare che circa il 40% dei soggetti colpiti sono asintomatici poiché si instaura un equilibrio fra l’ospite e il parassita.
Nella donna
Nella donna l’infezione è localizzata primariamente alla cervice e alla porzio, ma spesso anche all’uretra. Dalla cervice l’infezione può risalire nella cavità uterina e propagarsi alle tube, alle ovaia ed anche al peritoneo. L’interessamento delle tube, delle ovaia e, in modo variabile, del peritoneo definisce il quadro della malattia infiammatoria pelvica che è una condizione molto seria e richiede cure mediche immediate. Essa può causare danni permanenti agli organi riproduttivi della donna e può portare dolore pelvico cronico, un rischio alto di gravidanza extrauterina, poliabortività e sterilità. I danni alle tube di Fallopio (Salpingiti), che derivano in oltre il 10% dei casi di infezione da Clamidie nelle donne, rappresentano la causa più comune di infertilità femminile. I più comuni disturbi avvertiti sono i dolori durante i rapporti sessuali, secrezioni vaginali anomale, cistiti ricorrenti, perdita di sangue tra una mestruazione e l’altra, febbre moderata, pruriti genitali o dolori nel basso addome che compaiono solamente quando l’infezione è in fase avanzata. Quasi l’85% delle donne con infezione da Clamidie sono, però, prive di sintomi. E questo è il motivo principale per cui l’infezione è così diffusa. L’infezione da Clamidie, soprattutto se non curata e, quindi, protratta nel tempo, pare inoltre facilitare la trasmissione di HIV e aumentare nelle donne il rischio di contrarre infezioni da parte di quei genotipi di Papillomavirus coinvolti in neoplasie cervicali intraepiteliali.
Nel neonato
Il neonato partorito per via vaginale da una donna affetta da un’infezione da Clamidie alla cervice ha il 60-70% delle possibilità di contrarre l‘infezione durante il passaggio nel canale di parto. Circa il 25-50% dei neonati esposti a tale rischio svilupperà una Congiuntivite ed il 10-20% svilupperà una Polmonite interstiziale.
La Congiuntivite insorge in genere tra il 5° ed il 14° giorno di vita.
La sintomatologia è caratterizzata dalla comparsa di essudato mucopurulento e da edema delle palpebre. Può associarsi Otite o Rinite. Il decorso senza terapia è prolungato, con esacerbazioni spontanee. L'esito di solito è benigno, tuttavia possono residuare cicatrici congiuntivali e micropanno corneale; tali esiti non si verificano se viene instaurata una terapia adeguata.
La Polmonite da Clamidie costituisce una delle più comuni forme di Polmonite nei primi 6 mesi di vita. Insorge generalmente tra la 3° e la 12° settimana di vita e può avere quadri clinici molto diversi. Accanto a forme benigne, la cui frequenza può essere sottostimata per la difficoltà delle diagnosi, vi sono forme gravi, più frequenti nei neonati pretermine, a insorgenza più precoce con quadro di grave insufficienza respiratoria. L'evoluzione è di solito favorevole; tuttavia se il trattamento non è adeguato, il decorso è molto prolungato (3-8 settimane).