I dosaggi ormonali
Nel caso in cui l’esame obiettivo risulti nella norma ed escluda una gravidanza, si deve pensare alle valutazioni ormonali con il dosaggio di FSH, TSH, PRL e 17 beta Estradiolo. Se parallelamente ad una alterazione ormonale si sospetta un fallimento ovarico, conviene studiare il cariotipo della Paziente specie se questa ha meno di 30 anni, per escludere anomalie cromosomiche (Sindrome di Turner, Sindrome di Swyer). Qualora si riscontrino valori di prolattina costantemente elevati ed un’anamnesi negativa per l’assunzione di farmaci o stupefacenti che possano dare aumento dei valori di prolattina, è indicata l’esecuzione di una Risonanza Magnetica ipofisaria per escludere la presenza di un Adenoma ipofisario. Quando i valori di FSH sono normali o bassi il problema è spesso dovuto a un quadro di Sindrome dell’ovaio policistico o un’Amenorrea ipotalamica.
La terapia con progesterone
Una terapia con progesterone può valutare la pervietà dell’ultimo tratto genitale ed il livello degli estrogeni endogeni. Il sanguinamento, dopo terapia con progesterone, conferma la presenza di un normale endometrio e di una quantità di estrogeni sufficiente a stimolare la crescita endometriale ed aiuta a fare la diagnosi. In caso di mancato sanguinamento, la somministrazione della pillola contraccettiva per 21 giorni causerà un’emorragia da sospensione, se non ci sono alterazioni a carico dell’utero. Le donne con la Sindrome di Asherman (condizione caratterizzata da Amenorrea per alterazione del tratto genitale di efflusso per la presenza di numerose aderenze all’interno della cavità uterina) possono non avere il sanguinamento.
Le terapie
Il trattamento varia a seconda della causa. Per la Sindrome dell’ovaio policistico non esiste una terapia ideale, le donne che ne sono colpite possono aver bisogno di una terapia per indurre l’ovulazione se è desiderata una gravidanza, per prevenire un eccessivo sviluppo endometriale indotto dagli estrogeni o per minimizzare l’irsutismo e gli effetti a lungo termine dell’Iperandrogenismo (per esempio la Malattia cardiovascolare o l’Ipertensione). L’Amenorrea da mancanza di ovulazione cronica di origine ipotalamica, data la complessità e l’eterogeneità dei fattori coinvolti, necessita di un approccio multidisciplinare, non soltanto di tipo endocrino-ginecologico, e la scelta terapeutica sarà in gran parte dettata dalle esigenze della Paziente. Nel caso di un immediato desiderio di gravidanza l’obiettivo primario sarà quello di ripristinare l’ovulazione. Tale scopo può essere raggiunto mediante adeguati protocolli di stimolazione ovarica.
Nel caso le esigenze riproduttive non siano immediate, è indicata la terapia estrogenica sostitutiva e/o estro-progestinica (per esempio la pillola contraccettiva). Sarebbe auspicabile, per questa tipologia di Pazienti, un approccio olistico (con l’applicazione di particolari schemi di Psicoterapia cognitivo-comportamentale), che miri a risolvere le cause profonde associate alle alterazioni mestruali di origine centrale e che sia volta al miglioramento delle capacità adattative della Paziente rispetto ai fattori di stress, all’apprendimento delle nozioni nutrizionali di base, alla correzione dei comportamenti alimentari anomali e/o di attività fisica inappropriata.
Il trattamento farmacologico dell’Iperprolattinemia (l’aumento dei livelli di prolattina) deve essere considerato trattamento di prima scelta dei disturbi legati sia a condizioni “disfunzionali” che alla presenza di micro-macro Adenomi ipofisari secernenti prolattina, lasciando l’asportazione chirurgica a casi molto limitati. Nelle donne per le quali sia stato accertato un fallimento ovarico precoce, la terapia di scelta è quella ormonale sostitutiva al fine di prevenire l’insorgenza di Malattie cardiovascolari e di minimizzare il rischio di alterazioni della costituzione ossea dell’apparato scheletrico (Osteoporosi).