Autore: Dott.ssa Manuela Accardi

 

La diagnosi

Solo una visita ginecologica specialistica, talvolta nell’ambito di un team multidisciplinare in un lavoro congiunto con Pediatra, Endocrinologo, Genetista, Neuroradiologo, può individuare l’origine del problema. La raccolta della storia clinica, la valutazione fisica attraverso l’esame obiettivo e i dosaggi ormonali permettono, nella maggior parte dei casi, di identificarne la causa. Alcuni rilievi all’esame obiettivo aiutano molto nella diagnosi, anche di esclusione. Una quota eccessiva di ormoni maschili, suggerita spesso dalla presenza di irsutismo (presenza di peli in zone cutanee in cui la donna generalmente non presenta peli, come il mento, il torace, l’addome), e più raramente dall’aumento della massa muscolare e dalla virilizzazione, può far propendere per una sospetta Sindrome dell’ovaio policistico. Un esame obiettivo anormale dei genitali interni ed esterni, può deporre per un’agenesia Mulleriana (mancanza congenita di utero e/o vagina) oppure di una insensibilità agli androgeni, soprattutto se si è avuto un normale sviluppo mammario.

L’Indice di massa corporea

Un altro parametro chiave da valutare è l’indice di massa corporea o BMI, ricavato dal peso espresso in chilogrammi e dall’altezza della Paziente espressa in centimetri (kg/cm2). Un BMI superiore a 25 indica una situazione di sovrappeso, spesso sintomo di un disturbo di carattere metabolico, come si riscontra di frequente nelle Pazienti affette da Sindrome dell’ovaio policistico, oppure un BMI inferiore a 19 indica una condizione di sottopeso, che di frequente si osserva in Pazienti con alterazioni disfunzionali dell’asse ipotalamoipofisi- ovaio spesso dovute a diete dimagranti drastiche e ad Anoressia nervosa.

L’andamento del peso corporeo

Anche l’andamento nel tempo del peso corporeo è un parametro che deve essere studiato, infatti una riduzione troppo rapida può portare a un blocco dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, in quanto questo viene percepito dall’organismo come una situazione di carenza metabolico/ energetica che per difesa innesca una condizione di stress.
È inoltre importante anche valutare se si è mai realizzata una difficoltà della Paziente a ridurre il proprio peso pur sottoponendosi a regimi dimagranti, spesso anche molto rigidi; questa situazione deriva molto spesso da una condizione di Iperinsulinemia che, alterando l’equilibrio metabolico, comporta un facile stoccaggio delle riserve energetiche e una condizione di stress. È inoltre importante anche valutare se si è mai realizzata una difficoltà della Paziente a ridurre il proprio peso pur sottoponendosi a regimi dimagranti, spesso anche molto rigidi; questa situazione deriva molto spesso da una condizione di Iperinsulinemia che, alterando l’equilibrio metabolico, comporta un facile stoccaggio delle riserve energetiche e una difficile mobilizzazione delle stesse, anche in condizioni di restrizione controllata dell’alimentazione.