La Musicoterapia ha origini molto lontane, ma è solo nel corso dei secoli, e in particolare negli ultimi decenni che, con il progredire del pensiero scientifico, si configura come una disciplina codificata e una ricca letteratura che ne documenta gli effetti.
Come ogni giovane disciplina la Musicoterapia offre uno scenario ancora in via di definizione, caratterizzato da una notevole varietà di interventi e di ambiti applicativi. Tutto ciò varia anche in rapporto all’evoluzione della disciplina stessa che in alcuni Paesi viene riconosciuta dal punto di vista accademico e professionale, mentre in altri (tra cui l’Italia) non ha ancora raggiunto un riconoscimento istituzionale sia in ambito formativo che in ambito professionale.
La musica come terapia
Volendo dare una definizione di Musicoterapia ci si trova di fronte a una molteplicità di interventi con la musica che non sempre assumono caratteristiche che possiamo definire terapeutiche. È utile, perciò, indicare quali sono gli elementi imprescindibili affinché un intervento con la musica possa assumere una valenza terapeutico-riabilitativa. Questi sono:
- un Musicoterapeuta con una formazione musicale, relazionale, ma anche clinica;
- un modello di riferimento che costituisce il background teorico-metodologico, generalmente di natura psicologica o neuroscientifica a seconda che l’approccio sia relazionale o riabilitativo;
- un setting (contesto) terapeutico che può essere definito come il contenitore mentale, relazionale e materiale che favorisce il processo terapeutico;
- degli obiettivi terapeutici che possano essere ricondotti ai concetti di prevenzione secondaria o terziaria, cioè alla riduzione e/o stabilizzazione dei sintomi o delle complicanze che derivano dagli stessi, con cambiamenti che possono riguardare gli aspetti intrapsichici, interpersonali ma anche cognitivi, motori, fisiologici, a seconda degli approcci e dei destinatari dell’intervento;
- la replicabilità e la verifica dell’intervento, quest’ultima effettuata attraverso precisi strumenti.
La Musicoterapia, dunque, è una pratica ben definita, con precisi destinatari e obiettivi e con la possibilità di valutare gli effetti prodotti.
L’approccio relazionale
Vediamo ora quali sono le tipologie di intervento con la musica in ambito clinico che trovano riscontro nella letteratura scientifica. Occorre innanzitutto dire che storicamente e culturalmente la Musicoterapia si contestualizza nell’ambito degli interventi a sfondo psicologico, quindi nel contesto delle Scienze umane e sociali. Ciò si deve innanzi tutto alla sua prevalente connotazione relazionale. L’approccio attivo, cioè il fare musica con il Paziente attraverso la proposta di tecniche improvvisative o di interazioni più strutturate, costituisce la modalità più diffusa nell’ambito della Musicoterapia relazionale.
Le tecniche recettive sono invece basate sull’ascolto di brani scelti dal Paziente e dal Terapeuta che possano attivare vissuti interiori, emozioni, ricordi e facilitare l’introspezione. Solitamente l’ascolto è accompagnato da verbalizzazioni che sono finalizzate all’elaborazione dei contenuti emersi durante l’esperienza di fruizione musicale. La Musicoterapia recettiva viene utilizzata con Pazienti che presentino una sufficiente integrità psichica e un adeguato livello cognitivo. Anche in questo caso la componente relazionale assume una valenza fondamentale nel processo terapeutico.