Prostata, quale prevenzione?

Autore: Dott. Cosimo De Nunzio

Mantenere uno stile di vita sano e affidarsi allo Specialista, sono fattori di prevenzione indispensabili

La Prostata è un organo fibro-muscolare delle dimensioni di una castagna che si trova al di sotto della vescica e circonda l’uretra all’interno dell’apparato genitale maschile; riveste un ruolo fondamentale nella produzione del liquido seminale, fornendo elementi indispensabili per la sopravvivenza e la qualità degli spermatozoi. La Prostata può essere colpita da malattie croniche come il Carcinoma della Prostata e l’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB), caratterizzate da un’elevata incidenza e prevalenza che possono comportare in chi ne è affetto una notevole riduzione della qualità della vita e in alcuni casi, purtroppo, una riduzione dell’aspettativa stessa.
Tali malattie si manifestano con un’insorgenza precoce e una lenta progressione; pur non essendoci una chiara relazione genetica e presentando distinti sviluppi patologici, secondo alcuni studi entrambe queste patologie possono essere associate all’infiammazione della ghiandola prostatica.
L’Infiammazione Prostatica Cronica, successiva all’intervento di agenti infettivi, di disturbi metabolici come l’Obesità o la Sindrome metabolica, alla vita sedentaria, all’esposizione a fattori ambientali o ad una combinazione di entrambi, è coinvolta nello sviluppo di circa il 20% dei tumori umani, inclusi quelli che colpiscono stomaco, fegato e colon.
Inoltre la frequenza del Tumore della Prostata e dell’Ipertrofia Prostatica Benigna aumenta con l’età ed entrambe sono sensibili al fattore ormonale. Nonostante l’elevata incidenza delle patologie prostatiche nell’uomo adulto e la comparsa di una sintomatologia caratteristica, con impatto anche notevole sulla qualità della vita, più del 50% degli uomini purtroppo ne ignora i sintomi interpretandoli come semplici fastidi legati all’età, senza ricorrere al parere del Medico e affidandosi spesso a rimedi “fai da te” responsabili di una diagnosi ormai tardiva.

Il Tumore della Prostata

Il Carcinoma prostatico rappresenta per la popolazione maschile italiana la prima patologia tumorale per incidenza e la terza per mortalità (8%), con circa 37.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno: la scoperta di questo tumore è rara negli uomini prima dei 50 anni (1 caso ogni 352), ma la sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età (circa 75 anni l’età media al momento della diagnosi). Fortunatamente, se individuato per tempo, il Cancro alla Prostata è curabile, tuttavia in molti casi la diagnosi è tardiva dal momento che la malattia non provoca particolari disturbi se non in fase avanzata.

L’Ipertrofia Prostatica Benigna

Anche l’Ipertrofia Prostatica Benigna (IBM) è una patologia particolarmente legata al fattore età: normalmente si sviluppa dopo i quarant’anni e si manifesta con alcuni disturbi della minzione. L’IPB rappresenta la malattia urologica più comune tra le persone anziane, interessando circa un quarto degli uomini dopo i 50 anni, un terzo dopo i 60 e circa la metà dopo gli 80: si sviluppa in particolare nella zona di transizione e in quella centrale della Prostata, contrariamente al Carcinoma che invece ha origine prevalentemente nella zona periferica. L’Ipertrofia si manifesta inizialmente come una crescita del volume della Prostata dovuta alla presenza di piccoli noduli, ma può raggiungere dimensioni tali da tradursi in una entità clinica.

La valutazione dei sintomi

Per tutte le patologie prostatiche, siano esse benigne o maligne, il punto di partenza per una corretta diagnosi si basa innanzitutto sulla visita urologica, che consente di valutare al meglio i sintomi del Paziente. Nel corso della visita urologica è possibile valutare i sintomi legati alla minzione attraverso specifici questionari autocompilati, identificare eventuali fattori di rischio come una familiarità per la Neoplasia della Prostata, valutare stile di vita, abitudini alimentari ed eventuali disturbi metabolici come l’Obesità o la Sindrome metabolica e procedere, infine, ad una esplorazione rettale per valutare dimensioni e struttura della Prostata, nonché la presenza di eventuali noduli; inoltre si possono effettuare test di primo livello, sempre raccomandati per una diagnosi iniziale di Ipertrofia Prostatica Benigna.
In generale, accanto ad una quantificazione dei disturbi minzionali si consiglia di eseguire una analisi delle urine, il dosaggio dell’Antigene Prostatico Specifico (PSA), compilare un diario minzionale per valutare il numero quotidiano delle minzioni, una Uroflussometria per quantificare velocità e morfologia del flusso minzionale e, infine, una valutazione ecografica della conformazione volumetrica della Prostata con relativa stima del residuo post-minzionale. Solo in casi selezionati può essere indicato eseguire anche una Endoscopia del basso apparato urinario oppure un Esame urodinamico.

Le analisi di laboratorio

Riguardo la diagnosi di Tumore della Prostata, indagini di laboratorio come il Dosaggio dell’Antigene Prostatico Specifico (PSA) costituiscono, ancora oggi, lo strumento fondamentale per una diagnosi precoce, la cui certezza può essere ottenuta soltanto con una Biopsia prostatica. L’Esplorazione rettale e il PSA sierico sono gli esami di prima istanza più utili per valutare il rischio che il Tumore della Prostata sia presente in un determinato soggetto: l’esplorazione rettale, tuttavia, è estremamente dipendente dall’esperienza dello Specialista che la esegue e la sua sensibilità, così come la sua specificità, restano notevolmente basse, così da renderlo un esame necessario ma sicuramente non sufficiente per la diagnosi precoce del Tumore della Prostata.


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