L’Ipermetropia è un difetto della vista, meglio definito come vizio di refrazione, che comporta una riduzione della normale capacità visiva. L’occhio, come una macchina fotografica, è provvisto di un sistema di lenti (cornea e cristallino) che serve a mettere a fuoco l’oggetto che si sta osservando. Un difetto della vista lo si ha quando l’immagine non si forma perfettamente sulla retina ma si crea davanti o dietro alla retina stessa che, come è noto, è deputata a percepire lo stimolo luminoso.
Quando il fuoco di un oggetto posto in lontananza, cioè oltre i 4-5 metri, cade oltre la retina, al di dietro dell’occhio, si ha l’Ipermetropia. Quando, invece, cade al davanti, si ha la Miopia. Pertanto, nell’Ipermetropia, all’opposto della Miopia, la visione da vicino risulta generalmente più difficoltosa.
Ipermetropia e Miopia a confronto
La causa dell’Ipermetropia va ricercata o nel sistema di lenti oculari poco potente (Ipermetropia d’indice) o in un bulbo oculare un po’ più corto del normale (Ipermetropia assiale); la Miopia, invece, o nel sistema di lenti troppo potente o in un bulbo oculare un po’ più lungo. Solitamente, mentre la Miopia è ben compresa dalla maggior parte delle persone, l’Ipermetropia lo è molto meno. La Miopia si presenta infatti con delle caratteristiche ben precise: visione da lontano molto sfocata, con necessità di correzione ottica, e visione da vicino ottimale. L’Ipermetrope, invece, vede bene, magari accusa un facile affaticamento nella visione da vicino e, con il progredire dell’età, può lamentare anche una visione sfocata da lontano.
Prima dei 40 anni, la persona ipermetrope generalmente sostiene, e ne è fortemente convinta, di avere una visione eccellente: “Vedo bene a tutte le distanze. Sono in grado di leggere una scritta anche a 100 metri”. Non è facile fargli comprendere, salvo in casi di Ipermetropia elevata, che è invece portatrice di un difetto della vista. Anzi, molti credono che il termine Ipermetropia sia sinonimo (a causa del prefisso) di una visione superiore alla norma: “Sono ipermetrope, quindi vedo troppo!”. Tutto ciò si spiega facilmente con le caratteristiche proprie dell’occhio umano, analizziamole insieme.
La “messa a fuoco” nella visione da vicino
Innanzitutto bisogna tener presente che la refrazione oculare non è un fatto passivo, ma profondamente attivo, tanto da modificarsi continuamente e velocemente nelle varie situazioni visive. È il cristallino la lente che è in grado di cambiare il suo potere. Purtroppo lo può fare solo aumentandolo, ma non diminuendolo. Ne consegue che per il soggetto miope l’occhio non ha alcuna possibilità di correzione, mentre per l’ipermetrope sì, sia pure a certe condizioni che poi vedremo. La “visione attiva” nell’uomo si ha nel lavoro da vicino. Quanto più si osserva un oggetto ravvicinato, tanto più l’occhio deve “accomodare”, cioè attivare automaticamente il muscolo ciliare che agisce sul cristallino aumentandone il potere. Ciò comporta dispendio di energia e possibilità di affaticamento visivo nell’attività da vicino protratta. Cosa che non avviene in chi è impegnato a guardare da lontano.
Si capisce allora facilmente quale sia la ragione per cui l’ipermetrope vede bene: perché l’occhio, per eliminare lo sfocamento, ricorre all’utilizzo del meccanismo di messa a fuoco proprio della visione da vicino. Ne consegue che i disturbi visivi dell’ipermetrope siano legati a stanchezza visiva, ad arrossamenti oculari e del bordo palpebrale, a leggera Cefalea e a momentanei sfocamenti; il tutto naturalmente dopo impegno visivo, soprattutto da vicino.
Età, un fattore da non trascurare
C’è un fattore fondamentale da tenere presente: l’età. La capacità dell’occhio umano di accomodare si perde progressivamente con l’avanzare degli anni. Si tratta di un processo che si rende manifesto dopo i quarant’anni e raggiunge il suo culmine intorno ai sessanta: stiamo parlando della Presbiopia. È pertanto intuitivo chel’ipermetrope vada incontro a questo processo più precocemente e in modo più eclatante: prima da vicino poi anche da lontano.
Questa lunga premessa è essenziale per comprendere come e quando è necessario correggere un’Ipermetropia. Il fattore età è la principale variabile da tenere presente.