Ipermetropia, quando correggerla?

Autore: Prof. Filippo Cruciani

 

Prima infanzia: diagnosi e correzione precoci

Alla nascita e nei primi anni di vita l’Ipermetropia è molto frequente, mentre è rarissima la Miopia. È questo il periodo in cui la funzione visiva si realizza a poco a poco, per raggiungere la sua completezza intorno ai 3-4 anni. Perché si abbia il normale e pieno sviluppo visivo è essenziale che non ci siano alterazioni che lo ostacolino. Un’Ipermetropia può compromettere questo processo in maniera seria e irreversibile, potendo portare a due gravi conseguenze, spesso associate tra loro: l’Ambliopia e lo Strabismo.
L’Ambliopia, comunemente definita “occhio pigro”, è caratterizzata da una forte riduzione della visione centrale (visus), che non migliora anche con gli occhiali più precisi.
Lo Strabismo è invece la deviazione di un occhio rispetto all’altro, in questo caso di tipo convergente, che prima si mostra occasionalmente poi definitivamente. L’Ipermetropia, che chiaramente deve essere di grado elevato, ne è pertanto la causa più frequente in quanto porta all’esclusione di un occhio, che diventa strabico, e ne altera il normale sviluppo funzionale. Per questo sono necessarie una diagnosi precoce e un’appropriata correzione. Ogni bambino deve essere sottoposto a visita oculistica entro i 3 anni. Dopo tale età la possibilità di recuperare totalmente il visus nell’occhio pigro diventa molto difficile. Invece, individuando precocemente il difetto di vista, prescrivendo l’esatta correzione ottica, informando e sensibilizzando i genitori sulla necessità degli occhiali a permanenza, si scongiura l’insorgenza dell’Ambliopia e dello Strabismo nella maggior parte dei casi.
Oltre alla correzione ottica a permanenza, se è già presente la tendenza all’Ambliopia, diventa necessario ricorrere all’occlusione dell’occhio che ha la vista normale, per far sì che venga utilizzato quello pigro, stimolandone la funzione e facendolo recuperare. Chiaramente sarà l’Oculista, in collaborazione con l’Ortottista assistente di Oftalmologia, a consigliare le modalità di intervento più opportune.

Quando correggere l’Ipermetropia in età scolare

Abbiamo sottolineato l’alta prevalenza dell’Ipermetropia nell’infanzia e la sua pericolosità. Però i casi in cui possono insorgere gravi complicanze sono relativamente rari. In assenza di queste ultime, quando correggere l’Ipermetropia?
Innanzitutto va detto che l’entità dell’Ipermetropia è molto variabile. Nella maggior parte dei casi è al di sotto delle 2 diottrie (Ipermetropia lieve). Sino a +5 diottrie si classifica come moderata. Oltre le +5 diottrie elevata. Inoltre, va sottolineato il fatto che l’Ipermetropia, a differenza della Miopia, non peggiora con il passare degli anni, anzi tende a migliorare nell’età dello sviluppo (ma non in tutti). Si può infine affermare che lievi Ipermetropie, al di sotto di 1,50 diottrie, possono essere considerate fisiologiche nell’età scolare e non necessitano di alcuna correzione. Le Ipermetropie moderate ed elevate invece necessitano di correzione. Chiaramente ogni caso deve essere considerato singolarmente.

Quali sono i disturbi a questa età?

Vanno innanzitutto distinti in due categorie, soggettivi e oggettivi. Tra i disturbi soggettivi vi sono l’affaticamento oculare soprattutto durante lo studio (il bambino, infatti, tende a distrarsi facilmente, non ama la lettura, preferisce attività per lontano), lievi Cefalee con tensione oculare e frontale, annebbiamenti transitori. Difficilmente il bambino riferisce di vedere male.
I disturbi oggettivi comprendono l’arrossamento oculare, la possibilità di blefarite (arrossamento del bordo palpebrale), la lacrimazione nella visione da vicino e l’aumento della frequenza dell’ammiccamento. In presenza di questi sintomi la correzione diventa necessaria. Sarà l’Oculista che, di fronte al singolo caso, stabilirà se prescrivere la correzione totale o parziale, a permanenza o soltanto nell’attività da vicino.

Età giovanile e adulta

È questa la fascia di età in cui si tollera bene l’Ipermetropia. Infatti, dall’età giovanile fino ai quarant’anni (epoca in cui potrebbe insorgere la Presbiopia), grazie all’accomodazione non si accusano i fastidiosi sintomi del difetto visivo, soprattutto se non è molto accentuato. Ma tutto dipende dal lavoro che si svolge. Se si è davanti ad un computer tutto il giorno, un certo grado di affaticamento visivo insorge anche in assenza del vizio di refrazione, in quanto, come si è accennato in precedenza, la visione da vicino comporta l’intervento accomodativo ed un certo dispendio di energia. Se invece è presente un’Ipermetropia, i disturbi si accentuano di molto e la correzione diventa necessaria. Solitamente è sufficiente una correzione parziale per eliminare i tanti sintomi accusati. Anche in questa circostanza ogni caso deve essere considerato e analizzato singolarmente.

Dopo gli “anta”

Dopo i quarant’anni l’Ipermetropia va ad aggravare la Presbiopia, anticipandone l’insorgenza e accentuandone la gravità. Pertanto l’ipermetrope dovrà ricorrere prima agli occhiali per la visione da vicino, poi lentamente, a seconda dell’entità dell’Ipermetropia, anche per la visione da lontano. È questo il momento delle lenti progressive che ridanno la capacità di vedere a tutte le distanze. Gli occhiali devono essere portati a permanenza. Nell’età più avanzata è frequente il riscontro di una sensibile riduzione dell’Ipermetropia sino alla sua scomparsa, se non addirittura all’insorgenza di una Miopia. Ciò è dovuto ad un inizio di cataratta, ed oggi, con l’intervento chirurgico e con l’impianto della lente intraoculare appropriata, si può eliminare qualsiasi vizio di refrazione. 


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