Autore: Dott. Francesco Azzaro

Nei lattanti il Reflusso Gastroesofageo è un normale processo fisiologico, se gli episodi si intensificano, è opportuno un approfondimento

Il Reflusso Gastroesofageo è per definizione la risalita involontaria del materiale gastrico nell’esofago, il canale che collega lo stomaco alla bocca.
La causa di questo passaggio involontario è da ricondurre al rilassamento di un anello muscolare, che funge da valvola, detto sfintere esofageo inferiore (LES); in condizioni normali, si apre per consentire il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco e, richiudendosi, ostacola il percorso inverso.
L’alterata funzionalità dello sfintere esofageo permette invece la risalita del contenuto gastrico in esofago, irritandone la mucosa, e quindi provocando il Reflusso Gastroesofageo.

Il rigurgito

La caratteristica peculiare del Reflusso Gastroesofageo è il rigurgito. In presenza di questo sintomo è di fondamentale importanza l’età del bambino, poichè la stragrande maggioranza dei piccoli nei primi quattro mesi di vita rigurgitano abitualmente, soprattutto dopo i pasti. Al compimento dei dodici mesi il numero dei rigurgiti si riduce notevolmente e ai diciotto mesi nel 95% dei casi non è più presente.

La Malattia da Reflusso Gastroesofageo

L’incapacità funzionale dello sfintere esofageo inferiore ci porta a distinguere vari gradi di Reflusso: si distinguono forme modeste che in genere non interferiscono con la crescita del bambino e non necessitano di trattamento, e forme più severe, anche se poco frequenti, che possono ostacolare sensibilmente la crescita, e si manifestano con dolori e sintomi respiratori: in presenza di questo quadro clinico, si può parlare di Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE). Inoltre, gli episodi di Reflusso Gastroesofageo non sono più saltuari, ma molto frequenti nell’arco della giornata.

I sintomi

La Malattia da Reflusso Gastroesofageo si può presentare con sintomatologia varia e, tra i diversi sintomi, ricordiamo la perdita di peso, il rigurgito, il vomito, il pianto, l’irritabilità, i disturbi del sonno, il capo girato da un lato (Sindrome di Sandifer), l’inarcamento della schiena e il dolore localizzato alla parte alta dell’addome.
La sintomatologia tipica del Reflusso è di natura gastroenterologica con vomiti, rigurgiti e scarso accrescimento. È pertanto necessario prescrivere una terapia dietetica, posturale e/o farmacologica con lo scopo di migliorare l’apporto calorico e favorire l’accrescimento del bambino. La maggior parte dei bambini con Reflusso Gastroesofageo non necessitano di alcun trattamento.

Attenzione ai sintomi respiratori

Bisogna porre particolare attenzione a quella sintomatologia che non ci conduce a sospettare un problema gastroenterico, in quanto i sintomi prevalenti sono di carattere respiratorio, come l’Asma bronchiale e il Laringospasmo, disturbo delle vie aeree superiori dovuto alla contrazione spasmodica dei muscoli della laringe per cause diverse, che provoca un’ostruzione del flusso aereo con conseguente sensazione di soffocamento.
Quindi in caso di sintomatologia respiratoria non ben chiara e definita, è sempre utile pensare che l’apparato respiratorio sia “vittima” dell’apparato digerente. In questo caso parliamo di sintomatologia atipica del Reflusso Gastroesofageo che, in quanto tale, è molto insidiosa e fuorviante dal momento che l’apparato digerente non evidenzia quasi nulla che ci porti a porre la diagnosi di Reflusso Gastroesofageo.
Il bambino non allergico, con Asma bronchiale persistente non associata a catarro delle alte vie respiratorie, potrebbe essere affetto da Reflusso Gastroesofageo, e ne potrebbe soffrire anche il piccolo con Tosse persistente, Raucedine, Broncopolmonite ricorrente, Cianosi, Otite, Apnea, Faringite, Laringite e perdita di peso conseguente all’Anoressia per la sintomatologia dolorosa.


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