Disturbi della sessualità maschile e disfunzione erettile

Autore: Prof. Emmanuele A. Jannini

L’Ipogonadismo maschile

Quando invece l’Endocrinologo riscontra bassi livelli di testosterone, come nei casi di Ipogonadismo maschile, occorre immediatamente procedere con la terapia che, nei soggetti che ne hanno realmente bisogno, è praticamente priva di effetti collaterali. Lo stesso rischio di Cancro della prostata è ben più alto in chi ha poco testosterone rispetto a chi normalizza i suoi livelli con la terapia. Il Paziente ipogonadico trattato con androgeni ottimizza il suo metabolismo, non corre rischi di Osteoporosi (un problema non soltanto femminile), sostituisce la massa grassa con la massa magra, migliora il tono dell’umore e l’efficienza lavorativa e, ovviamente, recupera la sua funzionalità sessuale. Un tempo si dovevano fare iniezioni ogni 2-3 settimane. Oggi esistono sia preparati in gel per uso quotidiano, sia la formulazione “long acting” che richiede solo un’iniezione ogni tre mesi per recuperare la piena virilità; sia l’iniezione che l’assunzione di gel devono comunque sempre avvenire sotto il controllo dell’Endocrinologo.

Disfunzione erettile

Quella che una volta si chiamava “impotenza” e che oggi chiamiamo Disfunzione erettile, rappresenta uno dei più diffusi problemi della salute maschile, ma ancora uno dei meno curati; infatti nemmeno il 20-25% dei 3 milioni di soggetti italiani affetti da questa patologia assume i farmaci per l’erezione. La difficoltà nello svolgere attività sessuale non è una malattia, ma solo il sintomo di uno o più problemi diversi; occorrono infatti nervi che portino i segnali sensoriali al cervello e ne facciano eseguire gli ordini, arterie che facciano affluire sangue al pene e vene che evitino di farlo defluire, un quadro ormonale in equilibrio. E ciascuna di queste parti si può ammalare. È necessario quindi sottoporsi ad una visita medica e avviare un percorso terapeutico.


« Pagina precedente 3/3 Pagina successiva