Mal di testa, dalla diagnosi alle cure

Autore: Dott.ssa Stefania Taddei

La Cefalea può manifestarsi in molti modi e avere differenti cause, è bene quindi partire da una diagnosi accurata per poterla affrontare in modo efficace

 Il Mal di testa o Cefalea è riconosciuto dall’OMS tra le maggiori cause di disabilità con una prevalenza all’anno vicina al 50%, vale a dire che quasi la metà della popolazione presenta almeno un episodio nel corso dell’anno e quasi i due terzi almeno un episodio nel corso della vita. Le donne sono più colpite degli uomini. Il picco di frequenza si verifica tra i 25 e i 55 anni con costi sociali vertiginosi.

Come affrontare il problema

Il Medico di Medicina Generale, che rappresenta il primo punto di riferimento per la diagnosi, dovrà innanzitutto valutare se si tratta di Cefalea secondaria, ossia il segnale di una malattia generale o neurologica, oppure di Cefalea primaria, caso in cui il Mal di testa è al tempo stesso sintomo e malattia.
Il Medico di fiducia dovrà occuparsi anche della gestione farmacologica di base e dell’identificazione dei campanelli d’allarme definiti anche “semafori rossi” o “red flags”.
In assenza di segni clinici di allarme, non risulta giustificato l’utilizzo indiscriminato di esami di laboratorio e di accertamenti radiologici come TAC, Risonanza magnetica o strumentali come l’Elettroencefalogramma.

L’accesso al Pronto soccorso

L’insorgenza di una Cefalea a “rombo di tuono” oppure l’esordio di una Cefalea associata a febbre elevata e rigidità nucale o a segni neurologici anomali (alterazioni della sensibilità o del movimento in alcune parti del corpo) richiede invece un accesso al Pronto Soccorso d’urgenza perché questi sintomi possono costituire un rischio per la vita. Saranno allora indicati approfondimenti diagnostici radiologici (TAC o Risonanza Magnetica), esami di laboratorio, puntura lombare per l’esame del liquor.
Altri elementi di allarme sono l’insorgenza di una Cefalea nuova, che peggiora in poche settimane, con caratteristiche diverse dal solito in persone di età superiore ai 50 anni o nel bambino.

Le Cefalee primarie

Emicrania, Cefalea di tipo tensivo e Cefalea a grappolo rappresentano oltre il 90% di tutte le Cefalee primarie. La classificazione fa riferimento alle pubblicazioni IHS (International Headache Society) che ne aggiorna regolarmente i raggruppamenti. Vengono definite primarie poiché non sono riconducibili a nessuna malattia organica, ma hanno tutte una base neurobiologica.
Diverse sono le ipotesi a sostegno di una “disfunzione” del sistema nervoso centrale secondo le quali le vie nervose e i mediatori del controllo endogeno del dolore (per esempio la serotonina) non sarebbero efficaci. In pratica il sistema di “filtro” che il nostro sistema nervoso fa normalmente sugli stimoli dolorosi sarebbe insufficiente, condizionando una sorta di ipereccitabilità con abbassamento della soglia del dolore. Questi meccanismi centrali di sensibilizzazione rendono ragione dell’utilizzo di farmaci “atipici” per il trattamento del dolore come triptani, antidepressivi e antiepilettici, e della frequente inefficacia dei farmaci analgesici convenzionali, come antinfiammatori ed oppiacei.

Emicrania, le varie forme

L’Emicrania è la forma più studiata per le ripercussioni negative sulla qualità di vita. È oggi nel mondo al sesto posto nella graduatoria delle patologie invalidanti. Generalmente episodica, presente nel 12-16% della popolazione generale, è più frequente nelle donne rispetto agli uomini con un rapporto di 3 a 1. Sono descritti due principali sottotipi:

  • Emicrania senza aura: attacchi di Cefalea ricorrente con dolore di intensità moderata/severa, unilaterale e pulsante, con durata variabile da 4 ore fino a 3 giorni nei casi non trattati o trattati senza successo; può associarsi a nausea e vomito, intolleranza a luci e rumori, l’intensità è aggravata dall’attività fisica;
  • Emicrania con aura: rappresenta il 10% di tutti gli attacchi emicranici, è caratterizzata da un’aura, che precede l’attacco, caratterizzata da sintomi neurologici transitori che si sviluppano in circa 5 minuti e durano meno di un’ora: disturbi visivi come i cosiddetti scotomi scintillanti (macchie nere o colorate, a volte scintillanti che compaiono nel campo visivo) o perdita di metà del campo visivo, formicolio unilaterale al braccio o alla mano.

Viene invece definita Emicrania cronica una Cefalea presente per oltre 15 giorni al mese per oltre tre mesi.


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