
Fattori scatenanti l’attacco di Emicrania
Tra i fattori scatenanti troviamo prima di tutto i fattori emozionali, a seguire i fattori ormonali nelle donne (mestruazioni, contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva), la deprivazione del sonno, i fattori climatici e ambientali.
Molte donne riferiscono il peggioramento della sintomatologia dopo avere iniziato l’assunzione di contraccettivi orali, pertanto andrebbero suggerite soluzioni alternative. La terapia ormonale sostitutiva non è comunque controindicata.
Circa il 70% delle donne con Emicrania riferisce un miglioramento in gravidanza. Infine, tra i tanto citati fattori alimentari come alcool, insaccati, glutammato, alimenti contenenti tiramina (formaggi stagionati, patè, banane) o fenilalanina (cioccolato), sono risultati coinvolti, in non più di un terzo dei casi, solo alcool e glutammato.
Cefalea tensiva
È la forma più frequente di Cefalea: interessa più dell’80% della popolazione generale con una prevalenza maggiore nelle donne. Per anni considerata a base psicogena, recenti studi suggeriscono una base neurobiologica che ipotizza fattori centrali e periferici. Da una parte vi è quindi l’ipereccitabilità del sistema nervoso centrale con disfunzione dei sistemi di controllo del dolore e dall’altra un’aumentata contrattura dei muscoli perifacciali. Questa forma di Cefalea interessa più spesso tutta la testa e viene descritta come una costrizione, una “fascia intorno alla testa” o a livello del collo come “un peso sulla testa e sulla spalla”. Non ha nessuno dei sintomi tipici dell’Emicrania.
Cefalea a grappolo
A differenza degli altri tipi di Cefalea presenta una frequenza di 3-4 volte superiore negli uomini rispetto alle donne e rappresenta non più del 5% di tutte le Cefalee. Il dolore durante gli attacchi è molto intenso: nella scala del dolore da 1 a 10 il 90% dei Pazienti lo colloca tra 8 e 10. Di solito unilaterale, localizzato sopra e sotto l’occhio o a livello della tempia, dura da 15 minuti a 3 ore e può essere presente più volte nella stessa giornata. Si può accompagnare o meno a lacrimazione, sudorazione e congestione nasale. Ciò che caratterizza la Cefalea a grappolo è l’andamento temporale in cui i periodi “attivi” si alternano a periodi di completo benessere. Il periodo attivo, il cosiddetto “grappolo”, può durare da settimane a mesi. I periodi di remissione da mesi ad anni.
Nel 10-15% dei casi la Cefalea è presente cronicamente senza periodi di interruzione.
Gli attacchi possono essere scatenati da alcool, istamina e nei casi più gravi il Paziente non riesce a stare sdraiato e si presenta irrequieto. Il fumo di sigaretta rappresenta una abitudine voluttuaria in oltre l’80% delle persone con Cefalea a grappolo
La terapia farmacologica dell’episodio acuto
La terapia delle Cefalee primarie prevede una terapia sintomatica del singolo attacco e una eventuale terapia generale. La terapia sintomatica del singolo attacco si differenzia a seconda della forma diagnosticata:
- Emicrania: quando è presente per meno di 4 giorni al mese, possono essere prescritti in una prima fase analgesici o antinfiammatori; nelle forme più resistenti possono essere prescritti triptani per via orale, eventualmente associati a farmaci per contrastare la nausea e il vomito; circa il 25-35% dei Pazienti non risponde alla terapia con triptani; l’utilizzo eccessivo comporta il rischio di cronicizzazione della Cefalea e ne è sconsigliato l’uso per più di 10 giorni al mese;
- Cefalea tensiva: quando è presente meno di 4 giorni al mese, possono essere prescritti analgesici e antinfiammatori non specifici;
- Cefalea a grappolo: in questa forma di Cefalea gli analgesici non hanno alcuna efficacia, la terapia farmacologica sarà a base di triptani.