L’arrivo della primavera purtroppo non porta con sé soltanto l’inizio della bella stagione poiché, per una parte oramai considerevole della popolazione, questo particolare periodo dell’anno è anche sinonimo di Allergie e di tutti i fastidiosi, e a volte anche gravi, disturbi che ne derivano. La primavera rappresenta infatti il periodo di fioritura di numerose piante, durante il quale vengono liberati nell’aria i vari tipi di polline.
La Pollinosi
Sono proprio i granuli pollinici che trasportati dal vento e respirati dai soggetti allergici, cioè da persone costituzionalmente predisposte, raggiungono naso, occhi e bronchi, innescando una serie di complicate reazioni; ciò si traduce nei classici sintomi della cosiddetta Pollinosi, rappresentati da starnutazione, chiusura e secrezioni nasali, prurito al palato, alla gola e all’interno delle orecchie, lacrimazione, arrossamento e prurito agli occhi, e talvolta si possono verificare difficoltà respiratorie come la tosse insistente, la mancanza di respiro e respiro sibilante.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a un notevole incremento di questo tipo di Allergia, in quanto si sono verificati un peggioramento dell’inquinamento ambientale e, per un bizzarro meccanismo di contrappasso, anche un’aumentata igiene e una maggiore frequenza delle vaccinazioni infantili con la conseguente minore incidenza delle comuni malattie batteriche e virali.
Fortunatamente, la maggior parte della popolazione sofferente di Pollinosi presenta sintomi localizzati alle sole vie respiratorie superiori (naso e gola) e agli occhi; ma c’è comunque una parte minore, anche se non trascurabile, di Pazienti, che presenta sintomi da coinvolgimento delle vie respiratorie inferiori con restringimento dei bronchi e sviluppo di una malattia potenzialmente molto grave e ad andamento cronico che è l’Asma bronchiale.
I pollini più diffusi
Le principali specie di pollini che in Italia sono causa di Allergie primaverili, provengono da diversi tipi di piante rappresentati dalle Graminacee (erbe dei prati e cereali), dagli alberi della famiglia delle Betullacee (betulla, ontano), Corilacee (nocciolo, carpino bianco e nero) e Oleacee (olivo), e infine dalle Urticacee (erbe come la parietaria o erba muraiola); ultimamente hanno assunto una grande rilevanza anche il polline del cipresso e quello di altre piante erbacee o arbusti appartenenti alla famiglia delle Chenopodiacee. Recentemente sono state inoltre identificate le cosiddette Pollinosi minori, come ad esempio quella da eucalipto, determinate da piante meno diffuse e a localizzazione più specifica a seconda delle varie regioni, per le quali la diagnosi risulta a volte più difficile in quanto spesso non sono disponibili gli estratti allergeni per i test diagnostici.