Autore: Dott. Danilo Carloni

Un aiuto per il controllo della pressione

Se le proprietà dissetanti e corroboranti del Carcadè erano conosciute sin dai tempi più remoti, le possibili indicazioni in campo medicinale sono invece appannaggio di epoca molto recente. Già negli anni novanta l’Ibisco aveva dimostrato, in vitro, le sue potenzialità come antiossidante, e in vivo, in modelli animali, interessanti effetti di controllo dell’Ipercolesterolemia e dell’Ipertensione.
Gli studi sulle proprietà dell’infuso di Ibisco sono continuati e di recente sono stati pubblicati alcuni lavori condotti sull’uomo volti a dimostrare che il Carcadè può essere considerato un efficace strumento coadiuvante i farmaci utilizzati per la cura dell’Ipertensione. Il consumo di un infuso di Carcadè, da parte delle persone affette da Ipertensione essenziale moderata, ha determinato una diminuzione dei valori sistolici e diastolici già dopo 12 giorni di trattamento; che il risultato osservato fosse da relazionare al consumo della tisana lo ha dimostrato il fatto che la sospensione del trattamento provocava il ripristino dei valori pressori originali.
Ancora più precisamente, è stato osservato che il consumo giornaliero di 10 grammi di droga in infusione, in Pazienti con Ipertensione moderata, mostrava un’attività antipertensiva efficace come quella attribuita ad un farmaco (un ACE-inibitore, a base di captopril) utilizzato proprio per la cura dell’Ipertensione e con un meccanismo di azione analogo, cioè di inibizione dell’enzima che modifica l’ormone angiotensina determinando vasocostrizione e aumento della pressione arteriosa.

Attività antipertensiva confermata da altri studi

È interessante sapere che l’attività antipertensiva dell’Hibiscus sabdariffa è stata confermata utilizzando anche forme farmaceutiche diverse dalla tisana. Infatti, in un test condotto su Pazienti ipertesi, è stato somministrato un estratto secco a base di Hibiscus sabdariffa, in capsule che fornivano giornalmente 250 mg di antocianidine, paragonandone gli effetti al farmaco ACEinibitore lisinopril (10 mg). Il risultato ha evidenziato che il meccanismo, legato all’attività antipertensiva, era analogo a quello del farmaco di sintesi, seppur con un’azione inferiore; ha mostrato, inoltre, di esercitare una significativa e utile attività diuretica, diminuendo i livelli serici del sodio senza influire su quelli del potassio.
Sembra quindi evidente che il Carcadè sia in grado di abbassare i valori di una pressione arteriosa moderatamente elevata, in particolare grazie alla presenza dei composti polifenolici antocianici; si ipotizza che il meccanismo sia legato alla possibile interazione con lo ione zinco presente all’interno dell’enzima convertente l’angiotensina, inibendo così il passaggio alla forma attiva che è causa di molti tipi di Ipertensione.