Epilazione Laser, come funziona?

Autore: Dott.ssa Concita Muneratti

Questo trattamento estetico professionale e personalizzato agisce sulla ricrescita e può migliorare la qualità di vita dei Pazienti 

Con il termine Epilazione si definisce la rimozione della parte non visibile dei peli (bulbo) che noi tutti, in misura maggiore o minore, abbiamo sulla pelle e, in seconda istanza, anche della parte visibile. Si può procedere con questa operazione su qualsiasi area cutanea, sia maschile che femminile, anche di Pazienti affetti da Ipertricosi (presenza di eccesso di peli) e Irsutismo (presenza di eccesso di peli in aree in cui normalmente non sono presenti). Una buona Epilazione richiede, innanzitutto, una grande conoscenza di come la luce e la pelle interagiscono fra loro, un’ottima capacità dell’operatore di personalizzare il trattamento e una tecnologia medicale (Laser o Luce pulsata) da conoscersi fin nei dettagli.

Quando parliamo di Epilazione

Il trattamento di Epilazione si distingue da quello di Depilazione; quest’ultimo consiste nella rimozione, con tecniche diverse (ceretta, crema, rasoio, ecc.), della sola parte visibile del pelo cioè il fusto, il che provoca una successiva ricrescita dei peli con un continuo ricorso, in tempi più o meno frequenti, alla loro rimozione. Le difficoltà incontrate per ottenere un’Epilazione permanente, ma ricordiamoci mai definitiva, derivano dalla necessità di distruggere follicolo e bulbo pilifero in maniera completa, senza danneggiare i tessuti circostanti; tale rimozione viene effettuata attraverso l’uso di tecnologie come la Luce pulsata (IPL medicale) e il Laser (Alessandrite, Diodo, NdYAG), entrambe validate dalla letteratura medico-scientifica.

Preziosa energia luminosa

L’efficacia delle tecniche utilizzate si basa sul principio della fototermolisi selettiva: in pratica l’energia luminosa erogata da una sorgente Laser (monocromatica, monoenergetica e perfettamente collimata) o da una Lampada IPL allo xenon (di lunghezza d’onda fra 515 e 1200 nm) selezionata in base alle caratteristiche del pelo, viene catturata dal pigmento del fusto (parte visibile del pelo), convogliata nel bulbo pilifero e, qualora sia presente melanina (cosiddetta fase anagen, cioè di crescita del bulbo), crea un danno irreversibile. Di conseguenza, solo i bulbi in fase di crescita potranno essere effettivamente danneggiati in modo irreversibile durante una seduta (all’inizio la percentuale è molto bassa); gli altri bulbi, invece, in fase catagen o telogen (fasi di blocco co della crescita e caduta dei peli), subiscono semplicemente uno shock termico che ne provoca uno sviluppo più lento. Sono quindi necessarie numerose sedute per trattare il maggior numero possibile di follicoli piliferi ed è proprio la successione delle sedute con tempistica prestabilita e, soprattutto, personalizzata in base alle necessità, che consentirà ai bulbi di sincronizzarsi nella fase anagen, in modo tale che la risposta al trattamento cresca via via che si procede con i trattamenti.

Più sedute per un ottimo risultato

Allo stato attuale si può affermare che, con le tecnologie disponibili, è possibile ottenere una riduzione dell’80% dei peli presenti con risultati duraturi; quelli che potrebbero rimanere risultano diversi dai precedenti sia per diametro che per colore, in altre parole, sono molto più sottili e chiari e quindi di più facile gestione. Dopo le prime tre sedute la maggior parte dei Pazienti ottiene una riduzione significativa della quantità dei peli, sia per la mortificazione dei bulbi sia per un loro rallentamento nel processo di crescita; tuttavia è necessario proseguire con almeno altri tre o quattro trattamenti per poter garantire una stabilità dei risultati ottenuti. Di solito il numero di sedute varia da 5 a 9 ma, come per tutte le procedure di Medicina estetica, la risposta è variabile in base all’esperienza dell’operatore e alla situazione personale del Paziente (assetto ormonale, colore della pelle, densità dei peli). La prima seduta ha lo scopo di sincronizzare la fase anagen (crescita) alla fase non anagen (decrescita) del pelo: ciò può causare un’apparente ricrescita che, in realtà, non è altro che una crescita contemporanea di tutti i peli rimasti.

Preparazione e trattamento

Prima di procedere alla seduta, al Paziente vengono fatti indossare degli occhiali specifici per proteggersi dalla lunghezza d’onda in uso. Quindi la pelle viene lavata e deve apparire priva di lesioni. I peli devono essere rasati e cortissimi (massimo 0,5 mm) altrimenti si rischia di disperdere l’energia sulla loro lunghezza con il rischio di inefficacia e di bruciature cutanee. Se il sistema di Depilazione precedente consisteva nell’utilizzo di ceretta, questa deve essere effettuata almeno un mese prima dei trattamenti, così da consentire la ricrescita anche dei peli precedentemente strappati; per il rasoio, invece, sono sufficienti un paio di giorni. Più peli sono presenti, più possibilità ci sono di colpire bulbi in fase anagen (crescita) e quindi di eliminarli. A questo punto, la seduta consiste nell’erogare impulsi di energia luminosa Laser o di Luce pulsata (attraverso una guida ottica in zaffiro e un gel freddo di accoppiamento preventivamente distribuito sulla pelle, viene applicata una luce intensa) sino alla copertura completa dell’area da trattare. È possibile avvertire disagio o dolore (sensazione di puntura o di bruciore o di schiocco di elastico sulla cute) che tuttavia la maggior parte dei Pazienti è in grado di tollerare senza problemi. Inoltre, esiste un ridotto rischio di reazioni allergiche, come ad esempio modifiche alla struttura e alla pigmentazione della pelle: per questo motivo, nel corso della prima sessione, viene eseguito un Test allergologico sull’area da trattare (non sempre necessario se l’operatore è esperto) e, laddove la prudenza lo richieda, il trattamento verrà eseguito a “macchia di leopardo”.


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