Autore: Prof. Paolo Ranalli

Diventata il simbolo del mangiar sano, la Quinoa apporta molteplici benefici alla salute, attenzione però alle possibili controindicazioni 

Coltivata soprattutto per i suoi semi commestibili altamente digeribili, ma consumata anche come verdura a foglia, la Quinoa (Chenopodium quinoa Willd) è una pianta erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae, cui appartiene anche la barbabietola e lo spinacio. È considerata uno pseudocereale, in quanto non è una graminacea, ma presenta gli stessi utilizzi alimentari. Si tratta di una coltura ancestrale, coltivata da millenni in Centro e Sud America, sempre presente nella dieta delle popolazioni andine. Le prime coltivazioni delle piante risalgono ai tempi delle popolazioni precolombiane (Maya e Inca); successivamente, la coltura è stata in gran parte abbandonata e sostituita da cereali, come frumento e orzo, molto più produttivi.
Una pianta “dimenticata”, riscoperta a partire dagli anni Ottanta, è attualmente coltivata in tutta la regione andina, negli Stati Uniti, in Europa, in Asia e in Africa.

Caratteristiche della pianta

La Quinoa è una pianta annuale, che può arrivare anche ai 3 metri di altezza, con foglie di colore molto variabile, dal verde al rosso. I fiori si riuniscono nella classica pannocchia e danno origine a un frutto, botanicamente un achenio, dalla forma appiattita e dalle dimensioni molto contenute.
Questa specie possiede una ampia biodiversità: sono conosciute molte varietà, diverse tra loro per zona di sviluppo, colore della pianta e dei semi, taglia e ramificazione. Ciò conferisce alla pianta notevole capacità di adattamento alle diverse altitudini, caratteristiche del terreno e condizioni ambientali. A seconda delle varietà, infatti, le piante riescono a svilupparsi sia a livello del mare che a 4000 m di altitudine, sia in terreni a pH acido che in terreni a pH basico, sia in zone tropicali a clima umido che in zone aride o semidesertiche.

Ottima fonte di proteine

Come i cereali, i semi di Quinoa rappresentano un’eccellente fonte di amido (ne contengono circa il 60%); hanno un buon contenuto in proteine (circa il 12-18%, a seconda della varietà), decisamente superiore alla media dei cereali tradizionali, ed un profilo ben equilibrato di amminoacidi essenziali (non sintetizzabili cioè dall’organismo e quindi da assumere necessariamente con la dieta). Ad esempio, la lisina e gli amminoacidi solforati cistina e metionina sono presenti in concentrazioni più elevate rispetto alle altre piante.
Come è noto, l’assunzione delle proteine con la dieta è un problema per coloro che raramente consumano proteine animali e che quindi hanno necessità di sostituirle con le proteine presenti in alimenti vegetali. La Quinoa, l’amaranto, il lupino e altri legumi rispondono a queste caratteristiche.


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