È ormai assodato che la pelle rappresenti lo specchio del benessere psico-fisico a 360°, il luogo dove il nostro corpo incontra l’ambiente esterno e interagisce con esso, dove le emozioni si esprimono e diventando veri e propri stati dell’organismo. Nella gioia e nel dolore, in salute e nella malattia, infatti, la pelle racconta la nostra storia: quella genetica, data dal colore, dalla grana, dalla quantità di sebo prodotta, ma anche l’età e i segni del tempo e, quindi, il rapporto con la nostra immagine e con ciò che di noi vogliamo mostrare agli altri.
Veicolo di informazioni
Allo stesso modo, lo stato di salute della pelle può essere la spia di diverse malattie nascoste come, ad esempio, quelle neurologiche oppure più superficiali come quelle dermatologiche; può mostrare il segno lasciato sul corpo da eventuali terapie farmacologiche croniche, come nel caso dell’uso di farmaci steroidei, anticoagulanti o immunosoppressivi; può dare informazioni sul nostro stile di vita, svelando abitudini come l’uso di tabacco o il consumo di alcolici, quanto stiamo all’aria aperta o quale rapporto abbiamo con il cibo.
Organo dinamico e connettivo
La pelle è innanzitutto un organo dinamico, il più esteso che abbiamo, un rivestimento protettivo attraverso il quale i tessuti, i sistemi e gli apparati del corpo sottostanti (muscoli, organi interni e ossa) si incontrano e si scambiano informazioni definendolo, quindi, anche come sistema connettivo. L’apparato circolatorio, ad esempio, che trasporta ossigeno, acqua, elettroliti e cellule, attraverso le vie linfatiche incontra il sistema immunitario. A sua volta, il sistema nervoso periferico si insinua nella pelle con i nervi sensitivi, quelli motori e quelli del sistema nervoso autonomo, intrecciandosi con gli altri sistemi in una relazione articolata e complessa, arricchita dalla presenza del sistema endocrino (apparato pilo-sebaceo e ghiandole sudoripare).
Elemento di identità
Queste considerazioni di carattere biologico definiscono nella pelle il limite fisico del nostro corpo e, allo stesso tempo, il contesto connettivo degli organi e degli apparati che compongono il nostro organismo, alcuni dei quali non sono immediatamente percepibili alla vista ma che, proprio attraverso la pelle, manifestano chiaramente la loro presenza; la pelle custodisce ed esprime anche la nostra interiorità, contribuendo a definire, contemporaneamente, la nostra identità individuale e quella collettiva. Pensiamo ad esempio ai tatuaggi, che mettono in relazione e insieme contrappongono il corpo come dato biologico e il corpo come espressione culturale e sociale, indicatore di appartenenza (ad esempio ad un gruppo di amici), ma anche di ribellione (ad esempio dal proprio contesto familiare).
Primo strumento di comunicazione...
La pelle, quindi, è a tutti gli effetti un indicatore della grande complessità che regola i rapporti tra esterno e interno, tra corpo, mente e psiche: molti Pazienti con malattie dermatologiche esordiscono durante la prima visita medica attribuendone le cause proprio allo stress; e se pensiamo alle relazioni affettive primarie, ovvero quelle che si stringono nei primi anni di vita e che hanno come protagonisti il bambino, la mamma e il suo nucleo familiare, la caratteristica più importante è proprio quella di un contatto stretto e continuato con il corpo e la sua biologia. In questa prima fase dell’esistenza, infatti, gli istinti fondamentali (fame, sete, bisogno di protezione e di contenimento) sono in stretta connessione con gli affetti e le risposte somatiche (vasodilatazione, contrazioni muscolari, attivazione dei diversi sistemi e apparati), perché pulsioni, affettività e corpo, nel neonato e nel bambino, non possono ancora essere integrati e rappresentati dal linguaggio e dal pensiero. Ecco allora che le sensazioni cutanee del piccolo diventano un importante veicolo di comunicazione dello suo stato di salute generale e le difficoltà dell’ambiente circostante trovano espressione diretta nella somatizzazione: in altre parole, in assenza di una psiche che ha appena iniziato a strutturarsi in modo compiuto e consapevole, è il corpo che si fa portatore di eventuali disagi e sofferenze. Lo stesso meccanismo può persistere anche in età adulta come meccanismo arcaico di difesa oppure manifestarsi in condizione di particolare stress e/o di difficoltà.