Tendinite, dal sintomo alle cure

Autore: Prof. Mario Ronga

Farmaci e integratori

Dal punto di vista farmacologico, l’utilizzo di antinfiammatori non steroidei (FANS) è giustificato in una fase iniziale, appunto infiammatoria. Diversi integratori con funzione di supporto biologico ai tendini sono attualmente in commercio: questi ultimi devono essere necessariamente associati agli esercizi sopradescritti in quanto, se assunti da soli, non hanno dimostrato avere una particolare efficacia.

Tutori e Terapia fisica

A seconda del distretto anatomico considerato, possono essere utili tutori od ortesi, ossia ausili che migliorano la trasmissione della forza sulla superficie tendinea e la gestione dei carichi.
In aggiunta all’approccio di tipo fisioterapico, può essere consigliata la Terapia fisica ovvero l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali che, mediante la somministrazione di energie fisiche (luce, suono, vibrazione, elettromagnetismo, ecc.), stimolano la risposta riparativa del tessuto tendineo. Esempi di terapie fisiche sono gli Ultrasuoni, Laser, Ionoforesi, Campi elettromagnetici pulsati, Tecar, Onde d’urto con diverse indicazioni a seconda della sede anatomica e del tipo di patologia da trattare.
Per esempio, in presenza di calcificazioni l’utilizzo delle Onde d’urto oltre che frantumarle, stimola il processo riparativo attraverso la creazione controllata di microlesioni su un tessuto divenuto strutturalmente amorfo. Al persistere della sintomatologia può essere consigliata la Terapia infiltrativa, eventualmente sotto controllo ecografico, per ridurre il processo infiammatorio e il dolore (cortisone, anestetici, sostanze sclerosanti) o stimolare il processo riparativo (plasma ricco di piastrine, cellule mesenchimali). Il plasma ricco di piastrine (PRP) è una tecnica che prevede il prelievo di sangue del Paziente, la concentrazione mediante centrifugazione delle piastrine e quindi la successiva infiltrazione a livello della lesione. Il principio del trattamento è il rilascio di alte dosi di fattori di crescita, contenuti nelle piastrine, che stimolerebbero appunto i processi biologici riparativi. Ad oggi i risultati di studi di elevato livello scientifico non sono concordi sulla reale efficacia di questo approccio terapeutico e le ragioni sono da ricercare nell’estrema variabilità del prodotto che viene infiltrato. In ordine cronologico le ultime ad essere state impiegate per il trattamento delle Tendinopatie sono le cellule mesenchimali, derivate dal midollo osseo o dal tessuto adiposo. Pochi sono gli studi pubblicati sull’argomento e pertanto rappresenta oggi un’affascinante, se pur costosa, alternativa che necessita di un numero maggiore di casi, controllati a lungo termine, per poter essere definitivamente validata.
Un ulteriore approccio terapeutico può essere l’Agopuntura che, in mani esperte, può contribuire alla ripresa funzionale con effetto antalgico e antinfiammatorio.

L’opzione chirurgica

In caso di fallimento, dopo diversi mesi di terapia conservativa, può essere indicato il trattamento chirurgico. Anche in questo caso non esiste un unico tipo di intervento ma la scelta sarà dettata dal quadro clinico e morfologico della lesione e dalla sede anatomica da trattare. Possono pertanto essere eseguiti, per via percutanea o mediante minincisioni, interventi in Anestesia locale ed eventualmente sotto controllo ecografico. L’obiettivo è stimolare il processo riparativo mediante scarificazioni, ossia incisioni longitudinali del tendine, e/o liberazione del tendine in caso di adesione o compressioni. Un’altra opzione, in particolare per i tendini degli arti inferiori, è eseguire l’intervento con l’ausilio della telecamera per Artroscopia. Alcuni definiscono la procedura “Tendinoscopia”, utile per valutare e rimuovere eventuali conflitti del tendine durante il suo scorrimento e speroni ossei che determinano conflitti con l’inserzione tendinea. In presenza di abbondante tessuto degenerato e infiammatorio e lesioni parziali è ancora valido l’intervento classico di pulizia del tendine a cielo aperto con associate scarificazioni e/o ricostruzioni parziali.

Da questo articolo si evince come i tendini abbiano una ridotta capacità riparativa e pertanto come sia importante la prevenzione delle Tendinopatie. Alla base della prevenzione vi è una corretta preparazione fisica ed alimentazione, la scelta di un adeguato equipaggiamento sportivo e superficie di gioco, la terapia di patologie sistemiche quali il Diabete e la correzione dei livelli ormonali nelle donne in menopausa.


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