Cuore delle donne, difendiamolo meglio

Autore: Prof. Michele Massimo GuliziaDott.ssa Nadia AspromonteDott.ssa G. Maura FranceseDott.ssa Giovanna GeraciDott.ssa Fabiana LucàDott.ssa Daniela PavanDott. Guerrino Zuin

 

Il fattore Depressione

Un altro aspetto da prendere in considerazione è la Depressione che rappresenta un fattore di rischio emergente e prevalente nello sviluppo delle malattie cardiovascolari, incidendo in maniera sfavorevole sull’andamento della storia clinica degli eventi cardiovascolari. Alcuni studi, ancora limitati, sembrerebbero suggerire che la Depressione ed altri problemi psicologici rappresentino un potente fattore di rischio negli individui più giovani e soprattutto nelle donne; inoltre fra i Pazienti con Cardiopatie, la prevalenza di Depressione sarebbe maggiore nelle donne; infine le donne depresse avrebbero, dopo un Infarto miocardico, una mortalità maggiore rispetto agli uomini.
In generale comunque nella donna l’equilibrio estroprogestinico permette una discreta protezione fino alla menopausa, spostando il picco di incremento della prevalenza di patologia cardiovascolare oltre i 50 anni, con un improvviso incremento intorno/oltre i 60 anni.

La Cardiopatia ischemica

Fra le più frequenti manifestazioni di patologia cardiaca vi è la Cardiopatia ischemica, che si manifesta con eventi come l’Infarto miocardico e l’Angina pectoris. Una importante indagine osservazionale italiana, “l’Atlante cardiovascolare”, ha mostrato nel periodo di osservazione più recente (2008-2012) un incremento di prevalenza proprio di queste due manifestazioni di Angina pectoris nella donna rispetto al maschio, insieme ad una diffusa presenza nella donna di elevati valori di colesterolemia e di Obesità addominale.
È importante sapere che le manifestazioni cliniche della Cardiopatia ischemica possono essere nella donna molto meno “classiche” di quando accade nell’uomo, e ciò influenza spesso un diverso andamento della storia della malattia: maggior ritardo nel riconoscere l’evento clinico e quindi nella diagnosi. Inoltre le donne sono in genere scarsamente rappresentate nei grandi studi clinici che definiscono le migliori strategie terapeutiche: ciò si traduce in un più scarso uso della Angioplastica (solo il 33% delle donne) entro 30 giorni da un evento acuto ischemico (Infarto), e a una più alta mortalità intraospedaliera post Infarto, maggiori complicazioni e nuovi ricoveri, anche per la scarsa disponibilità che viene data all’inclusione delle donne nei programmi di riabilitazione. Dal punto di vista dei meccanismi che portano alle manifestazioni cliniche come l’Infarto e l’Angina, la Malattia delle arterie coronarie nella donna è in genere meno ostruttiva, mentre sono più frequenti il coinvolgimento dei piccoli vasi, fenomeni quali dissezione (lacerazione) coronarica e forme particolari, quale la cosiddetta Sindrome di Tako Tsubo, una sorta di “crepacuore” da stress.