Colpisce un numero sempre maggiore di donne, con svariati sintomi psico-fisici che perdurano fino a una diecina di giorni al mese, parliamo della Sindrome premestruale, una condizione clinica ben precisa causata da un’alterata risposta del sistema nervoso centrale al ciclo riproduttivo femminile. Si tratta in di un periodo in cui si manifesta un deterioramento della qualità di vita collegato in maniera ricorrente alla seconda fase del ciclo mestruale, la fase luteale (che ha inizio con l’ovulazione e termina con la mestruazione), con un corollario di disturbi psicologici, fisici e talvolta psichiatrici.
Ben lungi dall’essere un disturbo di nicchia, presenta un’incidenza elevata (nelle donne statunitensi varia dal 30 al 40%). Studi scientifici di prevalenza hanno portato alla luce un’aumentata consapevolezza della Sindrome premestruale come un’entità clinica ben definita, trattabile nella grande maggioranza dei casi attraverso un processo terapeutico individualizzato da parte del Medico Ginecologo di fiducia. Una definizione specifica e una ricerca clinica basata su criteri di inclusione precisi hanno infatti permesso negli anni di sviluppare terapie personalizzate ed efficaci “cucite” sulla singola Paziente.
Un’attenta diagnosi
Tra gli specifici criteri necessari per diagnosticare la Sindrome premestruale è presente un’attenta analisi delle caratteristiche del ciclo mestruale in maniera prospettica, attraverso lo studio di due cicli mestruali successivi. È stato infatti osservato dal punto di vista scientifico come la rievocazione retrospettica delle caratteristiche del ciclo sia molto inaffidabile. Prima di cominciare un qualunque trattamento bisognerà dunque compilare un preciso diario dei sintomi nell’arco di un paio di mesi.
Le figure di riferimento fondamentali per la Paziente saranno quindi sia il Ginecologo, ma anche il Medico di famiglia poiché quest’ultimo spesso rappresenta il primo professionista al quale si rivolge la Paziente. Infine, un ruolo fondamentale sarà riservato ai professionisti della salute mentale, Psichiatri ma soprattutto Psicologi.
L’insieme dei sintomi
La Sindrome premestruale nel suo complesso comprende una vasta gamma di sintomi psicologici come per esempio depressione, ansia, irritabilità, perdita di fiducia nei propri mezzi e alterazioni dell’umore. Sono presenti anche sintomi fisici come per esempio dolore mammario e ritenzione idrica.
Tutti questi disturbi tendono ad essere concentrati nella seconda metà del ciclo mestruale, dopo l’ovulazione, e in genere si risolvono con l’arrivo del flusso mestruale. La seconda fase del ciclo, la fase “luteale” è infatti il momento in cui si ha la maggior produzione di progesterone, ed è proprio in questo momento che si concentra la maggior parte dei disturbi che infastidiscono la Paziente.
Le variazioni ormonali e neurobiologiche impattano in maniera rilevante sulla qualità di vita soprattutto a livello fisico, il che spiega altri sintomi come il gonfiore addominale, collegato ai recettori per la serotonina presenti in gran parte nell’intestino, la ritenzione idrica, l’appetito disordinato, orientato soprattutto verso cibi dolci o molto salati, l’aumento di peso, i disturbi del sonno e la conseguente stanchezza.