Negli ultimi 35 anni la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) si è trasformata da “miracolo” a standard assistenziale. Le tecniche utilizzate sono oggi ritenute complessivamente sicure e hanno dato vita a più di 5 milioni di bambini nel mondo. Tuttavia i rapidi progressi tecnologici, che portano a continue modifiche delle procedure, rendono imperativo un monitoraggio accurato della sicurezza della metodica sia nei confronti delle persone che si sottopongono al trattamento che dei neonati concepiti. Inoltre, conoscere e diffondere i dati su sicurezza, efficacia ed esiti della PMA aiuta quanti desiderano ricorrervi a prendere decisioni più consapevoli.
Le tecniche
Possono essere realizzate con o senza donazione di gameti, che sono le cellule riproduttive maschili (spermatozoi) e femminili (ovociti), e si distinguono in tecniche di:
- primo livello: sono il monitoraggio dell’ovulazione, la stimolazione dell’ovulazione e l’Inseminazione Intrauterina (IUI);
- secondo livello: includono la Fecondazione in Vitro con Transfer Embrionale (FIVET) e l’Inseminazione Intracitoplasmatica di Spermatozoo (ICSI) che rappresenta attualmente la tecnica più utilizzata;
- terzo livello: comprendono l’estrazione microchirurgica di spermatozoi dal testicolo (TESE), l’aspirazione microchirurgica di spermatozoi dall’epididimo (MESA) e la GIFT, cioè l’introduzione di gameti maschili e femminili, non ancora uniti, nelle tube di Falloppio per via laparoscopica.
L’Inseminazione Intrauterina può essere realizzata con donazione di gameti maschili, mentre le tecniche di secondo e terzo livello possono essere compiute con donazione di gameti sia maschili che femminili. Questi ultimi, come gli embrioni, possono essere congelati.
I fattori di rischio
Sappiamo oggi che nascere grazie a tecniche di PMA comporta, in termini assoluti, alcuni rischi aggiuntivi sia per la mamma che per il neonato. Tuttavia, l’incremento del rischio di incorrere in eventi avversi, rispetto alla popolazione generale, è universalmente considerato accettabile.
I fattori di rischio che influenzano tali esiti possono essere legati alla procedura in sè, che prevede la manipolazione di gameti ed embrioni, il loro eventuale congelamento e scongelamento, la somministrazione di terapie ormonali per indurre l’ovulazione e sostenere la prima fase della gravidanza, oppure dovuti all’infertilità stessa che condiziona il ricorso alle tecniche di PMA. Inoltre, il metabolismo, l’alimentazione e stili di vita (come fumo, alcool, tossicodipendenze) influenzano la qualità dei gameti. Numerosi studi hanno mostrato un aumentato rischio di difetti congeniti nei nati da gravidanze insorte spontaneamente in coppie con storia di infertilità. A questo riguardo, è noto che l’aumento dell’età materna e l’infertilità paterna si correlano all’aumento di anomalie cromosomiche degli ovociti e degli spermatozoi. Per questi motivi c’è crescente evidenza che l’Infertilità dei genitori, e non le tecniche di PMA di per sé, siano la causa degli esiti perinatali.
Gemellarità, frequente “complicanza”
Gli esiti neonatali dei nati da PMA devono essere messi in relazione al tipo di gravidanza, se gemellare o singola. Nell’ultimo decennio il numero di gravidanze gemellari è aumentato nel mondo come espressione di un maggiore ricorso alle tecniche di PMA. La gemellarità rappresenta di fatto la più frequente “complicanza” delle tecniche di Riproduzione Assistita.
È noto che le gravidanze gemellari comportano rischi aggiuntivi sia per la mamma che per i neonati. Secondo i dati forniti dai Centres for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi nel 2018, i gemelli rischiano di nascere prematuramente 6 volte di più che i neonati singoli; inoltre, 1 gemello su 4 viene ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale dopo la nascita. Tra i gemelli, il rischio di sviluppare paralisi cerebrale aumenta di 4 volte rispetto ai neonati singoli, e più frequentemente i nati da gravidanze multiple presentano difetti congeniti e Autismo.
Per la mamma, la gravidanza gemellare aumenta il rischio di Ipertensione e Diabete gestazionale.