Alluce valgo, quando intervenire?

Autore: Dott. Luigi Milano

Poiché con l’andare del tempo tende ad aggravare, questa deformità del piede va affrontata in modo opportuno ai primi sintomi 

L’Alluce valgo rappresenta la più frequente deformità del piede ed il motivo più comune di consultazione e di trattamento chirurgico per questo distretto.
Anche se sull’argomento sono stati prodotti numerosi studi e pubblicazioni scientifiche (è la “parola chiave” che fornisce il maggior numero di voci bibliografiche relativamente alle malattie del piede), tuttora alcuni aspetti risultano poco chiari e controversi.

Che cos’è

Si tratta di una deviazione all’esterno dell’alluce con contemporanea deviazione all’interno del primo metatarsale, l’osso situato immediatamente a monte dell’alluce con il quale si articola. La deviazione angolare dei due segmenti ossei determina la formazione della caratteristica prominenza sul bordo interno del piede; questa non è pertanto dovuta ad osso “in più” ma semplicemente ad una anomala posizione di ossa normalmente presenti nel piede.
Anche se la deviazione verso l’esterno dell’alluce è l’elemento più evidente e caratteristico, l’Alluce valgo è in effetti una deformità complessa che interessa contemporaneamente tutti i piani dello spazio. Infatti, l’alluce risulta anche più o meno ruotato con l’unghia che guarda verso l’interno del piede e il metatarsale tende a sollevarsi per una progressiva instabilità che comporta un minore appoggio del primo raggio del piede (dove è posizionato l’alluce). Con il tempo le parti molli (muscoli, tendini e legamenti) si adattano progressivamente a questa situazione favorendo il mantenimento ed il peggioramento della deformità. Interessa di preferenza il sesso femminile con un rapporto di circa 1 a 10 tra maschi e femmine.

Le cause

Le ragioni che portano alla formazione dell’Alluce valgo sono probabilmente molteplici e non completamente note. Esistono sicuramente casi di Alluce valgo congenito ad esordio molto precoce, provocati da una anomala conformazione dell’articolazione tra falange e metatarso. La familiarità è un dato quasi costante ma non può essere considerata di per sè come elemento causale.
Il ruolo di calzature a punta o con tacco alto è stato a lungo discusso ma sembra essere solo una concausa, anche se esistono evidenze in senso contrario (l’Allucevalgo era pressochè sconosciuto in Giappone fino all’introduzione, nel secondo dopoguerra, di calzature di tipo occidentale). Tuttavia questa deformità si risconta anche in popolazioni che non fanno uso di calzature.
L’aspetto probabilmente più importante è tuttavia rappresentato dalle sollecitazioni meccaniche che si esercitano su piedi pronati (che presentano cioè un abbassamento della volta plantare e tallone valgo). In questo caso aumenta la lunghezza della parte interna del piede, tutto il piede è sollecitato in rotazione interna, il primo metatarsale diventa più instabile e la maggior parte dei muscoli agisce nel favorire la deviazione verso l’esterno dell’alluce.
Esistono poi casi di Alluce valgo che insorgono nel corso di Malattie reumatologiche (come l’Artrite reumatoide), e queste situazioni particolari richiedono spesso un trattamento specifico.

Come si manifesta

L’Alluce valgo può risultare asintomatico o procurare disturbi minimi, anche per lunghi periodi. Il sintomo più frequente, ed in genere il più precoce, è rappresentato dall’infiammazione della borsa sierosa (Borsite), struttura che si trova in tutte le sedi sottoposte ad attrito per presenza di sporgenze ossee. Si manifesta con dolore e bruciore e con gonfiore ed arrossamento della zona sottoposta ad attrito. Molto spesso nella borsa infiammata si raccoglie liquido sieroso che può raramente infettarsi.
Ovviamente questi disturbi sono prevalenti qualora si utilizzino calzature inadeguate, strette o eccessivamente rigide.
Altro sintomo piuttosto comune è il dolore articolare, causato dal fatto che il movimento avviene su piani diversi da quelli normali.
In fasi più avanzate può insorgere un dolore plantare, generalmente preceduto da callosità in corrispondenza dei metatarsali centrali; si tratta di un dolore causato da un eccessivo carico meccanico dovuto all’insufficienza funzionale dell’alluce.

Quali conseguenze?

La conseguenza più importante dell’Alluce valgo è la sua insufficienza funzionale durante la deambulazione, in particolare la riduzione della forza di spinta durante la fase finale del passo. Infatti, nel piede “normale” è l’alluce a dare la spinta finale durante la fase propulsiva; questa funzione è efficace se l’alluce è allineato con il resto del piede ma diventa sempre meno utile via via che l’alluce è deviato all’esterno.
Se la spinta dell’alluce in fase propulsiva è poco efficace, il carico normalmente supportato dall’alluce viene trasferito lateralmente, soprattutto sul secondo e terzo raggio e secondo e terzo dito.
Pertanto le dita e i metatarsali centrali devono sopportare uno sforzo maggiore e, con il tempo, vanno incontro a fenomeni di fatica e deformità: compaiono pertanto callosità nella pianta del piede, tumefazione e dolore a livello delle articolazioni metatarso-falangee, deformità a martello delle dita, tutte espressioni di carichi e sollecitazioni eccessive.
In fasi avanzate, l’articolazione dell’alluce tende ad usurarsi e a sviluppare alterazioni artrosiche inducendo progressivamente modificazioni di tutto l’avampiede.


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