Autore: Prof. Giorgio Zoli

La malattia non conosce un’origine certa ma una diagnosi tempestiva e opportune terapie possono ridurne o annullarne i sintomi  

La Malattia di Crohn è più frequente nei Paesi Occidentali ed è rara, se non assente, nei Paesi in via di sviluppo. Questa patologia fa parte delle cosiddette Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, gruppo che comprende anche la Colite Ulcerosa. La Malattia di Crohn può colpire qualunque tratto del canale digerente, dalla bocca fino all’ultimo tratto dell’intestino. In alcuni casi, quasi sempre in concomitanza di almeno una localizzazione intestinale, può diffondersi anche ad altri organi e apparati.Sulla base di una ricerca svolta dall’Associazione dei Malati Affetti da Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (AMICI) si calcola che in Italia ci siano almeno 150.000 persone affette da Malattie Infiammatorie Intestinali, e tra queste probabilmente il 30-40% è colpito dalla Malattia di Crohn. Si presenta prevalentemente in età giovanile (20- 30 anni), più raramente nella terza età (65 anni), ma non sono rari i casi in cui vengono colpiti anche i bambini e gli adolescenti. Purtroppo il numero dei Pazienti colpiti è in costante aumento. La Malattia di Crohn è una patologia particolarmente variabile da soggetto a soggetto e per nessun’altra patologia è così vero il vecchio detto “Esistono i malati e non le malattie”.

Come può presentarsi

A seconda del tipo di manifestazioni, la Malattia di Crohn può presentarsi in tre categorie diverse:

  • infiammatoria: in cui è presente semplicemente una infiammazione, che investe tutto lo spessore della parete intestinale, di uno o più tratti del canale digerente;
  • stenosante: in cui l’infiammazione causa una stenosi, cioè un restringimento del pezzo di intestino interessato;
  • fistolizzante: in cui, in seguito alla formazione di ascessi, si formano delle fistole, cioè dei canali di comunicazione tra i vari tratti dell’intestino, con la cute o con altri organi.

Questi tre diversi stadi possono manifestarsi anche combinati tra loro nello stesso Paziente. Inoltre, nella maggior parte dei casi, le lesioni si presentano in maniera segmentaria, cioè in tratti di intestino distanti tra loro.

Sintomi e fattori di rischio

La Malattia di Crohn si presenta prevalentemente con dolori addominali e diarrea, a volte accompagnata dalla presenza di muco intestinale o sangue; tracce di quest’ultimo sono da considerarsi come un importante sintomo di allarme, che deve far sì che la persona si rivolga immediatamente al proprio Medico che provvederà a indagini approfondite e, in particolare, all’esecuzione di una Colonscopia.
Per quanto riguarda invece i fattori di rischio, attualmente sono sconosciuti, ma numerosi sono i fattori verosimilmente implicati. Prima di tutto esiste una predisposizione genetica per la Malattia di Crohn che è più frequente nei parenti di primo grado di un Paziente affetto, rispetto alla popolazione generale, ed è più frequente in determinate popolazioni. Esiste poi un fattore infettivo, in quanto sembra che certi batteri o virus possano determinare la comparsa della malattia e intervenire nei processi di riacutizzazione della stessa. Sono poi implicate anomalie a livello della regolazione del sistema immunitario e della mucosa intestinale. Anche la flora batterica intestinale e l’alimentazione sono ritenute possibili fattori scatenanti della Malattia di Crohn.

Gli accertamenti previsti

La Colonscopia, cioè l’esame endoscopico del colon (e dell’ileo terminale, ossia l’ultimo tratto dell’intestino tenue), costituisce l’esame diagnostico cardine in questi Pazienti, permettendo di analizzare le pareti intestinali e di prelevare in modo indolore dei campioni della mucosa sui quali effettuare esami istologici. Altri esami frequentemente eseguiti sono quelli del sangue, radiologici, ecografici e microbiologici delle feci. In alcuni casi, nonostante il ricorso ad esami complementari, e malgrado l’esperienza dell’Operatore sanitario, è difficile porre una diagnosi esatta nel corso del primo attacco. In questo caso saranno spesso il decorso clinico e l’evoluzione a dirimere i dubbi diagnostici.

La terapia

Poiché la causa della Malattia di Crohn rimane ignota, non esiste un trattamento medico in grado di ottenerne una completa guarigione. Quindi, l’obiettivo principale della terapia è quello di evitare che si verifichino riacutizzazioni, ottenendo la remissione della malattia stessa e il benessere, il più duraturo possibile, del Paziente; in alcuni casi, è anche possibile prevenire, almeno in parte, le possibilità di peggioramento.
Accanto ai farmaci tradizionali (salicilati, corticosteroidi tradizionali sistemici, corticosteroidi a basso assorbimento e immunosoppressori) vengono utilizzati anche quelli di ultima generazione, detti “biologici” che svolgono un’azione antinfiammatoria specifica e, se utilizzati al momento opportuno, possono addirittura modificare la storia naturale della malattia, con grandi benefici per il Paziente. Nel trattamento della Malattia di Crohn, specie nel bambino e nell’adolescente, è importante il ricorso alla cosiddetta Dieta Liquida o Dieta dell’Astronauta, che utilizza regimi alimentari precostituiti che contengono proteine, lipidi e carboidrati in proporzione ottimale, e hanno dimostrato una efficacia significativa, quasi sovrapponibile a quella dei cortisonici, nell’indurre la remissione della malattia. La definizione di Dieta dell’Astronauta nasce dal fatto che tali schemi alimentari vennero inizialmente utilizzati per l’alimentazione degli astronauti, in quanto prive di scorie e quindi con residui minimi.
Infine, l’utilizzo recente dei probiotici (batteri “buoni” che popolano normalmente l’intestino sano) e dei cosiddetti nutraceutici (nutrienti utilizzati a scopo terapeutico) hanno dimostrato, in particolari situazioni, una certa efficacia nel ridurre l’infiammazione in queste patologie.


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