Autore: Prof. Luigi Marino

 

L’infiammazione corneale

Il Cheratocono è stato tradizionalmente classificato come malattia “non infiammatoria”, eccetto per la perdita di funzione, infatti, gli altri classici segni dell’infiammazione, come calore, rossore, gonfiore e dolore, non sono usualmente presenti.
Per quello che riguarda i soggetti con Cheratocono portatori di lenti a contatto, è facile dimostrare lo stress irritativo cronico a cui la cornea di questi Pazienti è sottoposta: si determina, infatti, un trauma meccanico continuo che stimola il rilascio di mediatori infiammatori. La formazione di nuovi vasi (capillari) sulla cornea colpita da Cheratocono rappresenta un’altra complicanza riscontrata in tutti i Pazienti che abitualmente utilizzano lenti a contatto.
Anche i raggi ultravioletti sono responsabili dell’infiammazione corneale: è infatti dimostrato che nel Cheratocono la cornea presenta danni legati alla liberazione di ossigeno e radicali liberi con evidenti danni ossidativi. L’ipersensibilità e la fragilità corneale possono essere spiegati dall’assottigliamento della cornea nell’area centrale del Cheratocono che espone gli strati profondi alla penetrazione dei raggi ultravioletti con aumentata produzione di mediatori infiammatori.
Infine, i Pazienti con Cheratocono si stropicciano spesso gli occhi e questa cattiva abitudine stimola risposte cellulari anomali e reazione infiammatoria.

Il trattamento

Ad oggi, l’approccio terapeutico al Cheratocono prevede generalmente la prescrizione di lenti a contatto e l’inserimento di “anelli intrastromali” (nel connettivo della cornea) nei Pazienti con Cheratoconi stabili per migliorarne le qualità visive. È inoltre possibile arrestare la progressione della malattia effettuando il Cross-Linking, un trattamento innovativo e indolore che permette di ottenere un rinforzo della cornea, rendendola più rigida, al fine di evitare una sua ulteriore deformazione e assottigliamento. La cornea si rafforza grazie all’azione della riboflavina (o Vitamina B2) sottoposta all’azione dei raggi ultravioletti.
Nei casi molto gravi di Cheratocono si raccomanda il Trapianto di cornea; le Cheratoplastiche Lamellari e Perforanti sono tecniche di trapianto corneale oggi molto più sicure e soddisfacenti grazie all’avvento del Laser a femtosecondi.
La mia lunga esperienza di Medico Oculista deve farci considerare il Cheratocono anche da un altro punto di vista: l’occhio affetto da questa malattia è a tutti gli effetti un occhio secco, tale caratteristica determina sempre una infiammazione cronica. Pertanto, migliorare e garantire una buona, o solo anche sufficiente, funzionalità lacrimale, controllare l’infiammazione cronica di cornea, palpebre e congiuntiva indotta dalla Sindrome dell’Occhio Secco, e ripristinare sempre il benessere della superficie oculare e della la sua integrità, potrebbe sicuramente influenzare positivamente anche la prognosi dell’evoluzione di un Cheratocono.


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