Autore: Prof.ssa Maria Paola LandiniDott. Giuliano Furlini

La prevenzione è possibile seguendo alcune semplici precauzioni e vaccinando i soggetti sani

Sono molti i virus che, durante il loro processo infettivo, possono raggiungere il fegato, infettarlo e provocare una Epatite che può avere caratteristiche diverse a seconda del virus responsabile e vari gradi di gravità. Vengono però chiamati “Virus delle Epatiti” esclusivamente quelli che hanno come bersaglio principale il fegato e ne causano l’infiammazione e la necrosi (fenomeno di decomposizione delle cellule). Si tratta di virus che, pur dando sintomi simili, sono molto diversi tra loro, come diverse sono le modalità di trasmissione, i tempi di incubazione e la distribuzione geografica.
Ad oggi sono noti e ben caratterizzati cinque virus delle Epatiti: il Virus dell’Epatite A, il Virus dell’Epatite B, il virus dell’Epatite C, quello dell’Epatite D (Delta) ed in fine il Virus dell’Epatite E. Ancora oggi, però, il 10 -20% delle Epatiti virali resta ad origine sconosciuta. Sono stati identificati altri possibili virus che colpiscono il fegato ma il loro ruolo nel causare l’Epatite non è stato definito. In questo articolo parleremo del virus dell’Epatite B, l’infezione, oggi, più diffusa al mondo.

Il virus e la sua trasmissione

Il virus dell’Epatite B (HBV) è un virus a DNA con involucro lipidico esterno, appartenente alla famiglia “Hepadnaviridae”, di cui si conoscono tipologie differenti (genotipi) che hanno una diversa distribuzione geografica e una diversa sensibilità ai trattamenti terapeutici.
Il virus dell’Epatite B è 100 volte più contagioso del virus dell’AIDS e 10 volte più contagioso del virus dell’Epatite C perché la carica virale in grado di determinare l’infezione è molto inferiore rispetto a quella necessaria agli altri due virus ed anche perché è molto più resistente nell’ambiente esterno. La sorgente dell’infezione è rappresentata dai malati o dai portatori d’infezione cronica, che hanno il virus nel sangue e nei diversi liquidi organici: saliva, bile, secreto nasale, latte materno, sperma e muco vaginale.
La trasmissione attraverso il sangue avviene per via parenterale apparente o non apparente, per via sessuale e per via verticale da madre a figlio. La via parenterale apparente avviene attraverso trasfusioni di sangue o emoderivati contaminati (rischio che esiste ancora nei Paesi in via di sviluppo ma è quasi nullo nei nostri Paesi, grazie allo screening delle sacche di sangue) o per tagli/punture con aghi/strumenti infetti. La via parenterale non apparente avviene attraverso minime lesione della cute o delle mucose (spazzolini da denti, lamette, rasoi, forbici, pettini, spazzole da bagno, ecc.).


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