Autore: Dott. Michele Di StefanoDott.ssa Caterina MengoliDott.ssa Manuela BergonziProf. Gino Roberto Corazza

 

Un difficile inquadramento

Ancora oggi, per le sue caratteristiche di benignità, malgrado un preciso inquadramento per ciò che riguarda la sua evoluzione e gli effetti sull’organismo, spesso non viene da molti considerata una vera e propria patologia; tale atteggiamento determina nei Pazienti importanti conseguenze: prima di tutto, il Paziente ritiene di non essere capito, di essere considerato un malato immaginario in quanto sopravvaluta la severità della sintomatologia e, talvolta, si convince anche di esserlo. In secondo luogo, reagisce ricercando ulteriori visite ed esami strumentali, spesso inappropriati e costosi, che vengono prescritti solo per rassicurare il Paziente stesso. Di fatto, invece, fin dagli anni ’80 la Sindrome dell’Intestino Irritabile è stata annoverata nell’ambito dei disordini funzionali intestinali e da allora sempre più informazioni sulle cause, sui meccanismi responsabili dei sintomi e sulle possibili terapie si rendono disponibili dalla letteratura scientifica internazionale.
Le difficoltà nell’inquadramento clinico dei Pazienti risiedono principalmente nell’assenza di una alterazione facilmente evidenziabile con indagini diagnostiche, in definitiva un biomarker che permetta una diagnosi diretta della malattia. Al contrario, oggi, ci si basa sulle caratteristiche dei sintomi e sull'assenza di alterazioni ai comuni esami clinici.

Come si manifesta

Il sintomo principale è il dolore o la sensazione di disagio addominale, chiaramente correlato con l’evacuazione ed associato ad una variazione della frequenza delle evacuazioni o di consistenza delle feci, configurando un quadro di stipsi o di diarrea. A questo si aggiungono altri sintomi, quali meteorismo, distensione addominale, flatulenza, sforzo alla defecazione o urgenza, sensazione di incompleta evacuazione, emissione di muco attraverso il retto. I Pazienti con stipsi lamentano generalmente una ridotta frequenza delle evacuazioni o una defecazione difficoltosa, con emissione di feci caprine e sensazione di incompleta evacuazione. I Pazienti con diarrea riferiscono, invece, più di tre evacuazioni al giorno di feci non formate, più spesso immediatamente dopo i pasti o nella prima parte della giornata, generalmente mai notturne. La diarrea può risultare invalidante per il Paziente, e spesso si accompagna a un senso di urgenza con rischio di incontinenza. Tuttavia, essa non provoca alterazioni della capacità di assorbire i nutrienti né squilibri elettrolitici; le feci possono inoltre contenere muco, ma non sangue o pus.
Un numero considerevole di Pazienti con Sindrome dell’intestino Irritabile presenta un’associazione sia con altre patologie funzionali dell’apparato gastrointestinale, quali la Dispepsia, il Meteorismo funzionale, la Malattia da Reflusso Gastroesofageo, sia con disordini non gastrointestinali: i più frequenti sono la Cefalea, la Fibromialgia, il dolore pelvico cronico, le infezioni recidivanti delle vie urinarie. Inoltre la Sindrome dell’Intestino Irritabile è spesso associata ad una Sindrome Ansioso-Depressiva e, talora, anche a tratti di Ipocondria rilevanti.