Autore: Prof. Leandro Provinciali

Conoscere la malattia

L’accuratezza diagnostica delle forme di Demenza è essenziale sia per definire i bisogni correlati al quadro clinico che all’identificazione prognostica. Alcuni decenni or sono gran parte delle condizioni di deterioramento cognitivo erano attribuite a problematiche circolatorie di origine arteriosclerotica; in epoca successiva si è assistito alla tendenza a generalizzare la diagnosi di Malattia di Alzheimer, attribuendo a tale condizione tutte le condizioni di Demenza ad esordio senile. Negli ultimi anni l’approfondimento diagnostico è stato realizzato in molti Centri, portando a discriminare sia forme diverse di Demenza su base degenerativa, in relazione alle sedi cerebrali interessate elettivamente, sia molte condizioni di Demenza di natura diversa (dovuta a malattie vascolari, ad alterazioni metaboliche, all’uso di agenti tossici o particolari farmaci, a pregressi traumi o infezioni, ecc). La crescita dell’esperienza nel campo delle Demenze ha consentito lo sviluppo di numerosi Centri in cui viene realizzata una valutazione dimensionale orientata non solo alla definizione delle caratteristiche della compromissione cognitiva ma anche dell’andamento evolutivo, dei fattori causali o aggravanti, della risposta ai trattamenti, e caratteristiche ambientali più favorevoli al contenimento del disagio.

Gli strumenti di indagine

Tale approccio si integra con le indagini strumentali quali la Tomografia Assiale Computerizzata e la Risonanza Magnetica al fine di valutare le caratteristiche delle lesioni cerebrali e la Tomografia ad emissione di Positroni, allo scopo di definire la distribuzione della compromissione funzionale del cervello. Oltre a ciò particolare interesse assume la verifica dell’evoluzione del quadro clinico e strumentale, al fine di formulare un criterio prognostico nelle malattie a carattere peggiorativo.

Diversi quadri clinici

Nella Malattia di Alzheimer, ad esempio, le prestazioni maggiormente coinvolte all’esordio riguardano la capacità di rievocare esperienze non salienti, di produrre serie di parole legate da un criterio correlato al significato o alla loro struttura e lo scarso orientamento nel tempo e nello spazio.
Nelle forme correlate a problematiche circolatorie, invece, il disturbo di memoria è in genere diverso in quanto associato spesso a disturbi motori e condizionato dalla perdita della concentrazione e dell’iniziativa oltre che da un particolare disturbo di memoria. Occorre ricordare che le Demenze di origine vascolare rappresentano un gruppo eterogeneo di condizioni nelle quali possono prevalere sia i danni corticali che quelli sottocorticali, oppure una singola lesione in posizione “strategica”. In ambito funzionale, inoltre, possono combinarsi disturbi dell’iniziativa, del linguaggio, danni motori o visivi, depressione, compromissione dell’esplorazione dello spazio, ecc. Tale varietà di fenomeni rende complessa la differenziazione fra i diversi quadri attribuiti a Demenza vascolare ma l’impegno rivolto a una precisa definizione diagnostica è ripagato dall’ampliamento delle possibilità di definizione prognostica (quale sarà l’evoluzione della malattia) e di trattamento appropriato.