Centella asiatica, toccasana per la circolazione

Autore: Dott.ssa Anna Rosa Magnano

Preziosa per i disturbi della pelle

Nella storia erbologica europea, la Farmacopea francese cita la Centella asiatica già nell’edizione del 1884 ma, nonostante il lungo impiego per uso tradizionale, il primo estratto secco è stato realizzato soltanto nel 1941. Tre anni più tardi, le sue molecole triterpenoidi vengono isolate dallo Scienziato francese Pierre Boiteau; ancora la British Herbal Pharmacopoeia ne riporta l’uso sistematico delle foglie in caso di disturbi reumatici, nelle affezioni cutanee e per favorire la cicatrizzazione di ferite chirurgiche. In questo senso, l’estratto di Centella asiatica è da sempre utilizzato come preparato nel trattamento delle ferite; i medicinali contenenti l’estratto triterpenico (polvere, crema e unguento), infatti, sono autorizzati in Europa, per uso esterno (cutaneo), dal 1968. D’altra parte, i costituenti attivi della Centella asiatica sono tra gli ingredienti di svariati prodotti cosmetici diffusi in tutto il mondo per la cura della pelle, mentre nella pratica clinica, l’utilizzo delle foglie ha trovato applicazione soprattutto nella cura di disturbi dermatologici, in particolare per migliorare e velocizzare il processo di guarigione di ferite, ustioni e ulcere venose (si consigliano 1-2 applicazioni al giorno sulla parte da trattare).

Estratti diversi, stessi principi attivi

I vari estratti di Centella asiatica presenti sul mercato, ossia Madecassol®, Centellase® e Blastoestimulina®, come sottolineato dall’EMA (European Medicines Agency) anche a seguito del confronto dei dati sulla produzione e la sperimentazione delle sostanze attive fornite dagli Stati membri in cui questi prodotti sono autorizzati, contengono tutti il 40% di asiaticoside e il 60% degli agliconi (acido asiatico e acido madecassico), ovvero le concentrazioni ottimali per uno scopo terapeutico. La Centella asiatica, inoltre, è disponibile come integratore alimentare in forma di estratto secco (confetti, capsule, compresse) oppure in soluzione idroalcolica da assumere per via orale.

Migliora il tono e l’elasticità dei vasi sanguigni

Negli anni ‘80 diversi studi clinici hanno dimostrato che la frazione triterpenica totale di Centella asiatica (in dose orale di 60-120 mg al giorno, suddivisi in due o tre somministrazioni, per 30-90 giorni) è in grado di migliorare i sintomi associati ad Insufficienza venosa cronica primaria o secondaria degli arti inferiori oltre a costituire un efficace coadiuvante nella terapia di questo disturbo. L’estratto di Centella asiatica, infatti, agisce positivamente sul tessuto connettivo, migliorando i processi di riparazione tissutale, attivando la fibrinolisi (processo fisiologico che controbilancia il sistema di coagulazione del sangue, con il quale si trova in equilibrio dinamico), rinforzando il tono e l’elasticità dei vasi sanguigni; ma non solo: questo prezioso estratto aiuta anche la sintesi del collagene da parte di fibroblasti e fibronectina. La sua duplice azione, quindi, aumenta la resistenza dei capillari sanguigni e ne riduce la permeabilità, con un’azione benefica sul microcircolo e un aumento dell’ossigenazione tissutale. Inoltre, grazie alla presenza di asiaticoside e madecassoside, viene esercitata anche un’azione antinfiammatoria. La Centella asiatica, assunta sotto forma di opercoli o capsule contenenti anche la sola polvere finissima delle foglie, è utile anche per il trattamento di Flebopatie, Varici ed Emorroidi.

Contrasta la Cellulite

L’uso della Centella asiatica è indicato anche in caso di Cellulite connessa a deficienza micro-circolatoria (somministrazione per via orale e/o in crema). La Cellulite (Pannicolopatia edematofibrosclerotica) è un disturbo degenerativo del tessuto adiposo sottocutaneo che si manifesta con avvallamenti ben visibili sulla pelle che le conferiscono il cosiddetto aspetto “a buccia d’arancia”. La comparsa di questo comunissimo disturbo è in genere imputabile a cause di origine ormonale e vascolare: se la circolazione sanguigna e linfatica sono insufficienti, infatti, le cellule adipose vanno in sofferenza e tendono a rompersi, riversando il loro contenuto nello spazio intercellulare e richiamando altra acqua. In questo modo si forma un edema e il microcircolo viene compresso.

Benefici neurologici?

Rispetto alle proprietà neurologiche della Centella asiatica, mentre ne esiste un uso storico ben documentato e un’ampia letteratura preclinica, mancano, invece, rigorosi studi sull’uomo. I pochi esistenti (dalla bibliografia ne risultano meno di dieci), tuttavia, riferiscono, a seguito dell’assunzione dell’estratto, miglioramenti cognitivi, dello stato dell’umore e/o della qualità di vita generale; uno in particolare ha rilevato alcune differenze nei risultati cognitivi in base al genere, dove gli uomini hanno ottenuto miglioramenti in tre delle otto misure cognitive (recupero a lungo termine, pensiero spaziale visivo ed elaborazione della velocità), mentre le donne in cinque (recupero a lungo termine, memoria a breve termine, memoria di lavoro, processo esecutivo e richiamo ritardato). Altri due studi sono stati condotti separatamente solo su soggetti di sesso femminile, oppure hanno valutato gli effetti di preparati ottenuti in maniera diversa, limitando così la possibilità di confronto; inoltre, alcuni di essi non includono un placebo o un gruppo di controllo. Detto questo, l’effetto positivo determinato dall’utilizzo della Centella asiatica nel suo complesso sembra incoraggiante, mentre l’assenza, ad oggi, di segnalazioni di effetti avversi ne rafforza la classificazione come erba di Classe 1 (ossia che può essere tranquillamente consumata se usata in modo appropriato) nel “Botanical Safety Handbook”.


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