Trekking: la salute passo dopo passo

Autore: Paolo Barbieri

Il Trekking, la camminata lenta a piedi, oltre ad esercitare effetti benefici sulla salute fisica e mentale, favorisce la scoperta del territorio e le relazioni sociali

È certamente un dato scientifico consolidato e ormai entrato nella consapevolezza di moltissime persone, ma non necessariamente nel loro stile di vita, che l’attività fisica faccia bene alla salute e non solo quella fisica, ma anche quella psichica e mentale, concorrendo al benessere generale dell’individuo e della società.
Per un riscontro recente di questa asserzione, basterà citare le Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’attività fisica 2016-2025, la cui edizione italiana è stata presentata a Roma dall’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) lo scorso aprile. Il documento “Strategia per l’attività fisica OMS - 2016/2025” ribadisce che la mancanza di movimento è uno dei principali fattori di rischio per la salute, responsabile del 10% dei decessi in Europa e a cui sono imputabili il 5% delle affezioni coronariche, il 7% del Diabete di tipo 2, il 9% dei Tumori al seno e il 10% dei Tumori del colon, oltre l’aumento generalizzato e diffuso di sovrappeso o Obesità, che affligge quasi la metà degli adulti nella grande maggioranza (87%) dei paesi Europei.
Purtroppo l’Italia primeggia per sedentarietà, con un 60% di nostri connazionali che dichiara di non fare mai sport o attività fisica, contro una media europea del 42%. A fronte di questa preoccupante situazione, l’OMS raccomanda agli adulti, anziani compresi, di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività fisica di tipo aerobico a intensità moderata, mentre bambini e giovani dovrebbero praticare un totale di almeno 60 minuti al giorno di attività fisica, da moderata a intensa. 

I benefici della camminata

Se ora, persuasi da questi autorevoli consigli, ci chiediamo quale attività fisica scegliere per la nostra salute, nel variegato panorama dell’offerta di sport all’aria aperta o indoor, di palestre e centri fitness, possiamo scoprire che esiste una soluzione semplice ed efficace, che corrisponde ad uno dei gesti più essenziali e, se vogliamo, primordiali, che possiamo compiere: camminare. I benefici sull’organismo della camminata prolungata (sono sufficienti 30/45 minuti al giorno) sono anch’essi ben noti e supportati da una vasta letteratura scientifica e divulgativa: miglioramento della circolazione sanguigna e contributo significativo alla riduzione della pressione sanguigna e del colesterolo nel sangue; innalzamento della capacità di bruciare grassi (piuttosto che zuccheri, come avviene in attività più intense); effetto tonificante sui principali muscoli del corpo e non solo su quelli degli arti inferiori; irrobustimento delle ossa e delle articolazioni attraverso l’aumento delle densità dei minerali che compongono lo scheletro. 

Un antidepressivo naturale

I benefici, come già anticipato, non sono solo fisici. Si parla infatti del camminare, e in modo analogo della corsa, come di un “antidepressivo naturale”, poiché viene stimolata la produzione di endorfine e in particolare di serotonina. Inoltre, camminare con regolarità contribuisce a potenziare le capacità cognitive (in particolare memoria e attenzione) attraverso l’aumento dell’irrorazione di sangue al cervello, e a migliorare il benessere psicologico, inducendo il rilassamento e consentendo alla nostra mente di spaziare. 
Rappresenta quindi un aiuto concreto a scaricare lo stress, così frequentemente e facilmente accumulato, e a rigenerare mente e spirito.
È intuitivo che tali effetti benefici sono amplificati se il camminare avviene a diretto contatto con la natura, in ambienti non inquinati e meno urbanizzati. Ad esempio, uno studio recente pubblicato su “Proceedings of National Academy of Sciences” ha documentato come il trascorrere del tempo in mezzo alla natura riduca notevolmente i pensieri negativi ed ossessivi. 


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