Occhiaie e borse, quale rimedio?

Autore: Dott. Giovanni Brunelli

Correggere con i filler...

Una volta effettuato l’aumento volumetrico della regione zigomatica, si può procedere al trattamento delle occhiaie.
In Italia, attualmente, esiste un solo filler strutturato e dedicato alla delicatissima regione periorbitaria; naturalmente ogni Medico può decidere di usare un filler di altro tipo, se è abituato in questo modo.
La correzione delle occhiaie può essere fatta sia con ago, sia con cannula; anche questo dipende dalle abitudini del Medico. Tuttavia, quando si utilizza l’ago, è sicuramente più probabile provocare delle ecchimosi, rispetto a quando si usa la cannula, perché sono richiesti più punti di inoculo. In questa regione è difficile provocare problemi vascolari importanti, ma anche un piccolo livido è difficile da nascondere, e richiede qualche giorno per scomparire.

...mediante infiltrazioni

L’atteggiamento più diffuso, al momento, è l’infiltrazione con cannula. In letteratura scientifica sono descritti diversi punti di entrata e, anche in questo caso, la scelta dipende dalla confidenza dell’iniettore con una tecnica ben precisa.
È mia abitudine infiltrare una minima quantità di anestetico locale associato ad adrenalina, un vasocostrittore che limita al massimo la possibilità di sanguinamento. Dopo un’attesa di pochi minuti, introduco quindi la cannula e inizio ad infiltrare l’acido jaluronico, facendo attenzione ad iniettare minime quantità di prodotto per evitare ipercorrezioni.
Il filler deve necessariamente essere introdotto profondamente, al di sotto del muscolo orbicolare, in modo da ridurre la possibilità che il prodotto possa essere visibile.
La cosa che stupisce maggiormente i nostri Pazienti è che non si sente alcun dolore; certo, un piccolo fastidio può essere avvertito, ma credo che possa essere riferito più alla percezione del movimento della cannulina al di sotto della pelle che non al dolore vero e proprio, dato che nel tessuto sottocutaneo l’innervazione sensitiva è praticamente nulla.
Una volta terminata la correzione dell’occhiaia, si passa alla parte più esterna, verso l’angolo laterale dell’occhio; spesso è necessario correggere anche il deficit di volume di questa zona, altrimenti il nostro lavoro non sarà completo. In questo modo saremo in grado di mascherare anche le eventuali piccole borse palpebrali, perché riempiremo e smusseremo il solco.
Tutta l’operazione richiede, in mani esperte, pochi minuti e i nostri Pazienti potranno tornare poco dopo alle loro normali attività.

Quando serve la Chirurgia

Nei casi in cui, invece, le borse palpebrali raggiungono dimensioni più importanti, la correzione con acido jaluronico probabilmente non raggiungerà lo scopo che ci siamo prefissi, e bisognerà pensare ad intervenire chirurgicamente.
L’intervento che si propone è la Blefaroplastica, opzione molto diffusa e fra le operazioni più diffuse. Naturalmente la Blefaroplastica può essere eseguita anche per le palpebre superiori, qualora vi sia un eccesso di pelle che appesantisce lo sguardo e può arrivare a limitare il campo visivo.
Nel caso delle borse palpebrali si parla, invece, di Blefaroplastica inferiore. In caso di Pazienti con un buon tono della palpebra inferiore e senza eccesso di pelle, questo intervento può sembrare magico, perché non lascia alcuna cicatrice visibile, dato che l’incisione viene fatta nella parte interna della palpebra, attraverso la membrana congiuntivale. Quando vi sia anche un eccesso di pelle, allora si dovrà fare anche un’incisione esterna, a circa due millimetri dalle ciglia, che lascerà una cicatrice destinata a diventare praticamente invisibile dopo qualche mese.
È importante sottolineare che, negli ultimi anni, la filosofia di questo intervento è cambiata parecchio. Questo perché è facile osservare che un occhio pieno è sinonimo di gioventù, mentre un occhio vuoto e scavato ci ricorda la vecchiaia. Spesso, quindi, la Blefaroplastica è piuttosto conservativa per quanto riguarda l’asportazione sia della pelle che delle borse di grasso; queste ultime vengono sempre più trasposte verso il basso, dopo averne tolto la parte eccedente, in modo da cercare di riempire i vuoti. Questa tecnica è certamente più indaginosa della classica e semplice asportazione, i tempi di guarigione possono essere un po’ più lunghi, ma i risultati possono davvero essere spettacolari.
Ma allora, direte, sono solo rose e fiori? Certamente no, le complicanze sono sempre possibili. È fondamentale affidarsi a Professionisti qualificati, con i quali discutere pro e contro di qualsiasi tecnica e sottoporsi ad un trattamento di Medicina o di Chirurgia estetica solo quando vi sia un’indicazione corretta.


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