Autore: Dott. Ugo CavinaDott. Giovanni Campagnoli

  

Pressione idrostatica

Anche la pressione idrostatica, la forza esercitata dall’acqua perpendicolarmente sui corpi immersi, aiuta l’allenamento della cosiddetta sensibilità propriocettiva, quel sofisticato meccanismo che informa il sistema nervoso sui movimenti che il nostro corpo sta compiendo (ad esempio velocità, direzione, forza, stato dei muscoli e dei tendini). Ciò rende l’acqua un ottimo mezzo di condizionamento aerobico, migliorando l’efficienza del sistema respiratorio e cardiovascolare.

Temperatura

La temperatura mantenuta all’interno delle vasche riabilitative (32°- 35°) aumenta la vascolarizzazione dei tessuti, migliorando l’ossigenazione e favorendo il recupero muscolare da stati di irritazione anche cronici. Inoltre, sfruttando i benefici del movimento a livelli diversi di temperatura, avremo grandi vantaggi anche nelle fasi di riabilitazione caratterizzate da difficoltà circolatorie dovute a una prolungata immobilità.

Percorsi personalizzati

Queste e altre caratteristiche sono certamente utili per stendere un programma riabilitativo adeguato ed efficiente, a patto che non si ragioni schematicamente per “protocolli”, ma che ogni proposta terapeutica nasca dopo un’attenta valutazione della condizione del Paziente e delle sue esigenze. La Riabilitazione in acqua può comunque essere rivolta alla quasi totalità delle patologie ortopediche o neurologiche. La durata della seduta, la frequenza e la tipologia degli esercizi saranno valutati e dosati singolarmente dal Fisioterapista.
Concludendo, possiamo affermare che, in virtù dell’esperienza quotidiana e delle evidenze scientifiche, l’acqua sia uno strumento terapeutico fondamentale. Il suo utilizzo migliora qualitativamente il risultato della riabilitazione, permettendo ai Paziente di raggiungere in tempi più brevi (e mantenere più a lungo) il massimo recupero possibile, migliorando sensibilmente la sua qualità di vita. 


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