Il Miele è una sostanza zuccherina prodotta dalle api a partire dal nettare dei fiori ed è il risultato di un’incessante attività: si pensi che per andare a raccogliere il polline dall’alveare ai fiori e produrre 1 kg di Miele le api percorrono fino a 150.000 km, raggiungendo fiori che possono distare 3 km dall’alveare! Il meccanismo della sua produzione è abbastanza semplice: il nettare e altre sostanze zuccherine vengono succhiati dalle api operaie e raccolte nella “borsa melaria”, che è un rigonfiamento dell’esofago. Qui quanto succhiato viene sottoposto all’azione di enzimi particolari presenti nella saliva delle api, che lo trasformano, appunto, in Miele per poi rigurgitarlo in celle preparate in precedenza e dalle quali l’uomo riesce ad estrarlo per poi centrifugarlo e riporlo in vasetti. Basta però un solo errore in fase di raccolta che molte delle benefiche proprietà del prezioso alimento vanno perse; mantenere il prodotto integro e inalterato dipende infatti non solo dal lavoro delle api, ma anche dalla modalità di estrazione: tutti i Mieli in origine sono liquidi, ma con il calo della temperatura tendono a cristallizzarsi e solidificarsi. Per farli tornare allo stato liquido basta riscaldarli a bagnomaria a una temperatura non superiore ai 37-40 gradi, così da non danneggiarne le vitamine, gli enzimi e ogni altra sostanza attiva in essi contenuti. Ecco perché, se aggiunto a bevande calde, è bene farle prima intiepidire.
Genuinità assicurata
Il Miele è uno dei prodotti più sani e genuini che esistano in natura. Le api, infatti, sono insetti particolarmente sensibili all’inquinamento, tanto che non si ha mai avuto notizia di Miele inquinato, dato che esse morirebbero prima di riuscire a produrlo. Purtroppo è molto diffusa la sua pastorizzazione, che è in grado di rendere il Miele liquido ma che al tempo stesso lo danneggia per via, come detto, delle alte temperature raggiunte. L’unico Miele naturale che non cristallizza è quello di acacia, tanto che alcuni agricoltori spacciano per Miele di acacia quello di altri fiori riscaldato o pastorizzato.
Il cibo degli dei
Il Miele era conosciuto e utilizzato già mille anni prima di Cristo e, spesso, veniva indicato con l’appellativo di “cibo degli dei”, proprio per le sue proprietà già note dagli antichi e da loro largamente usato a scopi curativi, nella cosmesi (come crema, unito ad argilla, acqua e foglie di cedro) e per la preparazione di piatti prelibati, oltre che come conservante. La tipica espressione “luna di Miele” deriva dal fatto che nell’antichità si usava far bere agli sposi una bevanda a base di acqua, Miele e lievito, la cosiddetta “idromele”, come augurio per propiziare l’arrivo di un figlio maschio.