Autore: Dott.ssa Roberta Mariotti

 

L’intelligenza emotiva

In ogni essere umano si può evidenziare un temperamento, ma ogni bambino può essere allenato alla regolazione emotiva. Tale processo non implica snaturarne il carattere, semmai rafforzarlo, fornendo al bambino strumenti per potenziare le sue due intelligenze: cognitiva ed emotiva. È importante sgombrare il campo da falsi miti o stereotipi: non esistono bambini geneticamente timorosi o aggressivi, malinconici o gioiosi, annoiati o curiosi. Ad eccezione di alcune Malattie neurologiche o Psicopatologie, sviluppare l’intelligenza emotiva (secondo la definizione di Daniel Goleman, è la competenza nell’essere consapevoli di sé, nel gestire i propri stati emotivi, nel riconoscere gli stati d’animo degli altri e nel saper gestire le relazioni) è sempre possibile, indipendentemente dal temperamento. Tale intelligenza, utile in numerosissime situazioni, è importante almeno quanto la nostra intelligenza cognitiva: migliora, infatti, le nostre performance intellettuali, sportive, lavorative, è in grado di potenziare il nostro pensiero, guidare le nostre azioni, accrescere la nostra leadership e migliorare le nostre abilità di relazione. L’educazione allo sviluppo della competenza emotiva non dovrebbe essere confinata solo ad ambiti psicoterapeutici o di emergenza, ma dovrebbe essere diffusa a ogni livello perché è un’eccellente forma di prevenzione sanitaria e sociale. Pensiamo ad esempio al costo sociale che l’analfabetismo emozionale può portare: incremento di Ansia e Depressione, delinquenza e violenza, dispersione scolastica, ritiro sociale, improduttività per stress legati al lavoro, scontri e conflitti, incapacità nel gestire collaboratori o clienti. A qualunque età e in ogni ambito, allenare le persone a orientare il potenziale emotivo è un metodo efficace per uscire da situazioni critiche personali, familiari, aziendali o sociali. La vita è costellata da sentimenti emotivi e imparare a non giudicarli, ma abituarci a indirizzarli al meglio genera: giovani brillanti nello studio e nel lavoro; insegnanti risonanti capaci di appassionare e motivare gli studenti; coppie soddisfatte o abili nell’affrontare momenti critici; genitori capaci di far crescere il talento dei figli; imprenditori capaci di guidare le persone e le aziende, grazie all’abilità di connettersi alle emozioni proprie e altrui. Saper governare la paura, utilizzare gli eventi critici per stimolare i ragazzi a studiare o i dipendenti a produrre, anziché generare panico e un contagio negativo inutile, richiede intelligenza emotiva. Il successo in una performance scolastica, sportiva, professionale o aziendale ha a che fare con il nostro talento, con la fortuna, ma anche con la nostra capacità di impiegare le emozioni per risollevarci dalle sconfitte, per motivarci a insistere, o, se necessario, cambiare metodo.

Come sviluppare competenza emotiva

Saper navigare nelle acque turbolente o troppo stagnanti delle emozioni, nostre e altrui, è una competenza da allenare, non si sviluppa da sé, anche se ne siamo predisposti. Tale processo, attivabile a qualunque età, richiede una spinta al cambiamento (generata da emozioni come desiderio, motivazione, avversione o sofferenza). Strumenti utili a tale scopo sono: il Training su tecniche di respiro, rilassamento, concentrazione, allenamento ideomotorio; l’applicazione di tecniche di “Problem Solving” facilitanti il cambiamento di abitudini disfunzionali apprese; l’apprendimento e l’esercizio di tecniche di comunicazione, gestione delle relazioni, negoziazione e leadership; la Psicoterapia in situazioni di forte e impedente rigidità appresa. Lo sviluppo di competenza emotiva è auspicabile soprattutto in genitori, insegnanti, imprenditori, team leader, professionisti, negoziatori, medici, operatori sanitari e dell’emergenza. Il potere delle emozioni non va mai sottovalutato e possiamo utilizzarlo per stare meglio, per affrontare una situazione critica, per guarire, per raggiungere i nostri obiettivi, per favorire il cambiamento o aiutare gli altri. Possiamo sempre decidere di lasciarci travolgere dalle ondate emotive, affogare o andare alla deriva, come possiamo scegliere invece di allenarci a nuotare per affrontare le ostilità, superare le nostre fragilità o rigidità, per infondere fiducia e influenza positiva in noi stessi e negli altri.


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