Autore: Dott. Marco Iacono

Il Bodywork

Innanzitutto definiamo il Bodywork non come un’unica metodologia o modalità di lavoro, men che meno al solo lavoro in acqua. Si tratta piuttosto di un termine che va ad accomunare tutte quelle pratiche per la salute e il benessere che coinvolgono il corpo del Paziente.
Per lo più si tratta di interventi esperienziali che mirano ad aumentare il contatto con sé e con le proprie sensazioni senza che vi siano obiettivi di performance o esigenze valutative. È quindi qualcosa di nettamente differente dalle attività sportive funzionali a bruciare i grassi o sviluppare velocità e muscoli più tonici.

Le tecniche

Molte tecniche di Bodywork sono state utilizzate ampiamente da Psicologi e Psicoterapeuti con una visione psicocorporea, integrata dell’essere umano, nell’ambito di percorsi di formazione personale e gruppi psicoterapeutici.
Esempi in tal senso sono i workshop di Teatro o Danzaterapia ma, più in generale, possiamo considerare tutte quelle tecniche che si muovono nel mondo dell’espressione creativa e del benessere, come ad esempio, la Psicomotricità e i Laboratori di movimento espressivo.
Le diverse metodologie che si esprimono nel movimento, nella gestualità, nell’attenzione alla corporeità e al mondo delle emozioni sono quindi in qualche modo accomunabili. Si tratta di metodologie le cui potenzialità applicative sono ancora in parte inesplorate. Ciò dipende dal fatto che persistono modi troppo spesso limitati e parziali di utilizzarle in assenza di un riferimento complessivo che provenga da uno studio integrato della corporeità.
Anche le tecniche di Bodywork in acqua, troppo spesso, esprimono ancora una autoreferenzialità che non permette di integrare con esse le conoscenze dei funzionamenti mente-corpo provenienti da altre discipline.

Esperienze di base del sé

La metodologia in acqua va modulata in base ai bisogni del singolo individuo, i conseguenti obiettivi da raggiungere e le necessità operative legate al contesto i cui si lavora.
Le tecniche specifiche passano in secondo piano, rispetto alla considerazione e all’importanza che necessario dare alle “esperienze di base del sé” e alle “polarità”. L’intervento psicocorporeo in acqua si pone come obiettivo primario l’attraversare più volte e in modo positivo le “esperienze di base” che la persona ha vissuto in modo carente nella propria vita. Ad esempio il Contatto non è limitabile al tocco fisico ma, se recuperata pienamente, è l’Esperienza di Base dell’empatia e della vicinanza con l’altro, con precisi ed osservabili correlati fisiologici e motori.

Gli effetti profondi

L’acqua è un elemento fortemente regressivo, nel senso che riporta a sensazioni molto antiche della propria storia personale. Si presta, quindi, in modo particolare al lavoro di recupero delle esperienze fondamentali e delle conseguenti capacità di risposta al proprio contesto. Facendo un esempio, se l’operatore intende far recuperare pienamente l’esperienza di Essere Tenuti e contenuti, saprà di aver raggiunto l’obiettivo se otterrà più volte, in più sessioni e in modo sempre più intenso i seguenti effetti:

  • emozioni di calma e tenerezza;
  • posture morbide;
  • movimenti lenti e limitati;
  • tono muscolare allentato (ipotono);
  • attivazione del sistema nervoso della vagotonia;
  • respirazione diaframmatica, lenta;
  • pensieri limitati al tempo presente, al qui ed ora;
  • immagini e fantasie positive;
  • ricordi di momenti simili del passato.

Ogni esperienza di base coinvolge necessariamente tutti i piani dell’organismo: sia quello fisiologico che il senso-motorio quanto il piano emotivo e quello cognitivo. Non è sufficiente mirare alla spontaneità dei movimenti o ad un generico “rilassamento”. In questo contesto appare in effetti limitante anche la denominazione stessa di Bodywork in quanto non si tratta solo di attivare il corpo ma di rispondere ai bisogni dell’intera persona.

I diversi interventi

In base agli obiettivi che si vogliono raggiungere, gli operatori potranno optare per diversi interventi che si diversificano per tipologia di attività e movimenti. L’intervento ispirato ai principi del Neo-Funzionalismo prevede un lavoro a coppie nell’acqua con una temperatura leggermente superiore a quella corporea. In tale condizione si possono ottenere modificazioni della modalità respiratoria, della tensione di base e della qualità dei movimenti. Vi sono poi tecniche finalizzate a recuperare la respirazione diaframmatica spontanea profonda, costituita da ritmi e movimenti precisi, tipici delle condizioni di calma e benessere.
L’intervento sulla tensione cronica si realizza invece attraverso il massaggio profondo alla base dei muscoli e il tocco contenitivo in acqua, per sciogliere le contrazioni. Altre tecniche ancora prevedono specifiche sequenze di movimenti al fine di recuperare lentezza, morbidezza e fluidità grazie all’effetto ridotto della forza di gravità. Inoltre, permettono di aumentare la percezione delle zone bloccate, di ritrovare gesti e movimenti, restituendo alla persona la capacità di “riconoscersi”, “sentirsi”. Tutto questo risulta particolarmente efficace nella riduzione degli stati d’ansia, dei pensieri ossessivi e dei disturbi stress-correlati.
Si tratta complessivamente di un lavoro che nasce da un continuo coinvolgimento dei diversi piani, investendo sia livelli tonici che posturali, la forma del corpo, il recupero e l’integrazione degli schemi di movimento, la varietà nel ritmo, la qualità del movimento e la costruzione rappresentativa di sé. È in definitiva uno sperimentarsi attraverso un processo di re-integrazione che porta la persona a sentire pienamente il piacere di stare nel proprio corpo in relazione all’altro.


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