I disturbi del sonno nel bambino, sono uno dei motivi più frequenti di consultazione del Pediatra di famiglia. Un bambino rannicchiato nel suo lettino, con gli occhi chiusi è una visione confortante per i genitori, al contrario, è estremamente stressante vederlo saltare sul letto o dimenarsi freneticamente, nonostante le ore della sera si facciano sempre più piccole! Le cause che portano ad avere difficoltà nell’addormentamento sono varie e cambiano a seconda dell’età; proviamo ad analizzarle per poi trovare qualche rimedio che possa riportare un po’ di serenità nell’ambito familiare.
Perché il neonato non dorme?
Generalmente, se il neonato ha la pancia piena, non è troppo coperto e non ha il naso chiuso, non ha problemi di addormentamento. Se invece il neonato è irrequieto, dobbiamo innanzitutto verificare che abbia assunto un’adeguata quantità di latte materno; basterà fare qualche doppia pesata per verificare una eventuale scarsa produzione di latte (che, come spesso capita, è temporanea) che si potrà risolvere con qualche prodotto a base di Galega officinalis, associato alla ricerca “terapeutica” di qualche momento di svago da parte della mamma.
Il luogo comune di “tenere al caldo il bambino” a volte viene preso troppo alla lettera. Il neonato deve stare al caldo, ma senza esagerare! Per i nostri climi sarà quindi sufficiente una tutina intera di cotone felpato e una copertina leggera per dormire placidamente, con una temperatura ambientale che non superi i 19 gradi. Infine, il classico e innocuo raffreddore può diventare motivo di disagio per un cucciolo che non soffia il naso; sarà sufficiente fare lavaggi con soluzioni saline, farlo dormire con un cuscino più alto e mettere qualche goccia di balsamico nella vaschetta dell’acqua accanto al termosifone e lui ve ne sarà grato!
Disturbi del sonno nel bambino più grande
Man mano che il bambino comincia a vedere il mondo dalla posizione eretta, si affacceranno all’orizzonte altri motivi che disturberanno il sonno. Ecco che i primi incubi, le scoperte diurne della giovane marmotta si ripresentano di notte, provocando risvegli e, se alla paura si associa il buio che non permette di riconoscere gli oggetti familiari della stanzetta, arriveranno anche lacrime disperate! Una piccola luce e un pupazzo amico allevieranno il fastidio.
Il debutto in comunità, oggi sempre più precoce, e il rapporto conflittuale con i coetanei non disposti a condividere i giochi, contribuiranno ad alimentare il disagio notturno. Tutto ciò fa parte del percorso di crescita che noi genitori dovremmo solo controllare “a distanza”. Durante la visita medica, i genitori sono preoccupati perché il bambino sembra una di quelle batterie che non si scaricano mai, un moto perpetuo con continui cambi di gioco, richieste di partecipazione e provocazioni che mettono a dura prova la pazienza e l’amore genitoriale. Si cerca allora di spiegare loro che la stanchezza è vissuta dal bambino diversamente rispetto all’adulto: mentre quest’ultimo cerca il sollievo del sonno, il bambino più è stanco e più fatica ad addormentarsi. Bisogna quindi seguire alcuni accorgimenti, altrimenti la serata sarà sempre una salita difficile da scalare.
Creare una routine che favorisca il sonno
Prima di tutto non dobbiamo lasciarci travolgere dai sensi di colpa; appena rincasiamo non dobbiamo necessariamente stupirlo con effetti speciali... anzi! Il nostro bambino ha bisogno solo della nostra presenza in termini di qualità e non di quantità: allora teniamo a distanza lo smartphone, mettiamoci sul tappeto, alla sua altezza, e lasciamo che sia lui a dettare i tempi, mostrandoci le scoperte che ha fatto durante la giornata. Evitiamo i giochi troppo rumorosi o troppo eccitanti, facciamo in modo che quell’ora valga per lui come un giorno intero! Il nostro bambino non aspetta altro che potersi affidare a certezze e abitudini: facciamogli capire che ci sono regole e orari per mangiare e per andare a letto.