Melanoma, quale prevenzione?

Autore: Dott. Fabrizio Fantini

Tenere sotto controllo i fattori di rischio, anche grazie a tecniche diagnostiche innovative, consente spesso di circoscriverli allo stadio iniziale

Molto raro in età pediatrica, il Melanoma rappresenta circa il 7-9% di tutti i Tumori che possono svilupparsi nei primi 50 anni di vita: è il secondo tumore più frequente negli uomini e il terzo nelle donne in questa fascia di età. Nel 2019 sono stati stimati nel nostro paese oltre 12.000 nuovi casi, di cui la maggior parte localizzati nelle aree del Nord e del Centro Italia, mentre al Sud l’incidenza rimane più bassa. L’incidenza annuale in continua crescita, in Italia come nel resto del mondo, si può facilmente spiegare con una sempre maggiore esposizione alle radiazioni UV (sole, lampade artificiali), ma anche con il fatto che negli ultimi anni la diagnosi clinica e/o strumentale dei Melanomi è diventata sempre più accurata, consentendo di individuarli spesso nella fase iniziale del loro sviluppo e quindi di affrontarli con maggiori possibilità di successo.

Che cos’è il Melanoma cutaneo

Si tratta di un Tumore che ha origine da particolari cellule presenti sull’epidermide chiamate melanociti che, attraverso la produzione della melanina, pigmento cutaneo che protegge la pelle dai danni provocati dall’esposizione solare, sono i principali responsabili del suo colore più o meno chiaro. I melanociti possono poi radunarsi in gruppi ben visibili sulla nostra cute: si tratta dei comuni nei o nevi della pelle, benigni e non evolutivi, che possono essere presenti fin dalla nascita o comparire nel corso degli anni; purtroppo possono dare origine anche a masse di natura maligna, in grado di crescere e diffondersi nell’organismo: in questo caso parliamo appunto di Melanomi.

Come si manifesta

Il Melanoma cutaneo può essere il risultato dell’evoluzione di un neo benigno preesistente, oppure comparire in un’area di pelle perfettamente normale; la prima evidenza, quindi, può essere un cambiamento dell’aspetto di un neo già presente da tempo, oppure la comparsa di una macchia di colore variabile (marrone, nero, rosso) simile ad un neo (poiché composta anch’essa da melanociti) sulla cute integra. Ne deriva che nelle fasi iniziali del suo sviluppo non sia affatto facile accorgersi del Melanoma, perché si tratta di una lesione piccola e spesso confusa con un neo benigno o con altre lesioni pigmentate della pelle: tuttavia, la caratteristica principale del Melanoma è la sua evolutività, ovvero il fatto che non rimanga stabile nel tempo, ma che tenda invece ad accrescersi e a modificarsi.

I fattori di rischio

Per questo tipo di patologia i fattori di rischio possono essere legati all’individuo o all’ambiente:

  • i fattori individuali: sono di origine genetica; i soggetti più esposti sono quelli che ne hanno avuto già uno, oppure che hanno un familiare di primo grado affetto da Melanoma; è molto importante anche il fototipo cutaneo del soggetto, cioè il colore più o meno chiaro della pelle: le persone con la pelle chiara, capelli biondi o rossi ed occhi azzurri sono le più esposte al rischio di ammalarsi;
  • il numero di nei totali (più di 50) presenti sulla pelle, e soprattutto l’eventuale presenza di nei atipici (irregolari): un elevato numero di nei predispone alla possibile insorgenza del Melanoma; anche la presenza di nei congeniti, ovvero già visibili alla nascita, di grandi dimensioni è considerato un fattore di predisposizione importante;
  • i fattori ambientali: il principale è costituito dall’esposizione ai raggi UV, sia attraverso la luce solare, sia attraverso quella artificiale di lampade abbronzanti;
  • è ormai risaputo che i raggi UV causano alterazioni del DNA cellulare in grado di innescare il processo di insorgenza tumorale: in particolare, il rischio di sviluppare un Melanoma è legato ad una storia di scottature solari ripetute, soprattutto in età infantile; da qui la necessità di proteggersi con cura dal sole, soprattutto da bambini, evitando comunque esposizioni intense che possano provocare pericolosi stress biochimici della pelle: anche l’abuso di lampade e lettini solari costituisce un pericolo per la possibile insorgenza di una massa tumorale.

Come proteggersi dai raggi UV

Una protezione solare ottimale implica l’adozione di diversi accorgimenti combinati tra loro:

  • esporsi sempre in maniera graduale, prevenendo le scottature;
  • evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata (tra le 10 e le 16), nelle quali è maggiore la percentuale di UV dannosi;
  • difendersi dalla luce diretta del sole (ombra, indumenti, cappelli, occhiali da sole);
  • utilizzare creme solari con fattore di protezione (SPF): se correttamente applicate prima dell’esposizione su tutta la superficie esposta, e riapplicate regolarmente nel corso della giornata (in particolare dopo bagni, attività fisica, contatto con materiali che possono asportarle), costituiscono uno schermo protettivo efficace; naturalmente, il grado di protezione deve essere correlato al maggiore o minore grado di rischio dato dai fattori individuali elencati, quindi, particolarmente accurato per i soggetti di pelle chiara, con alle spalle una storia personale o familiare di Melanoma.

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